Da tempo ormai, si era resa indispensabile la compilazione di un prontuario bibliografico, che agevolasse le ricerche storiche sull’anarchismo, sia consentendo, attraverso aggiornati repertori, un rapido accertamento delle fonti, sia facilitando il reperimento di queste, con opportuni rinvii ai Centri di conservazione. Rimasto, infatti, inattuato il progetto di Sébastien Faure di realizzare un “Catalogo dei libri, opuscoli, giornali, riviste e pubblicazioni d’ogni genere, di propaganda anarchica e anarcheggiante”, suddiviso per lingua e paese [1], il solo repertorio di fonti tuttora disponibile, è la Bibliographie de l’anarchie (1897) del Nettlau, la quale, nonostante i notevolissimi pregi, non corrisponde più, ovviamente, a distanza di 75 anni dalla sua pubblicazione, alle esigenze della più recente indagine storiografica. Inadeguate risultano altresì, alcune rassegne, di minore impegno, che attualmente suppliscono all’assenza di un aggiornato strumento d’informazione bibliografica [2] ed i cui intenti puramente “orientativi” le rendono in pratica, di scarsa utilità, ai fini di una ricerca specializzata [3].
Appare pertanto giustificata la pubblicazione di un’opera che, come la presente, affronti il problema della ricerca delle fonti e della loro catalogazione sistematica. E’ evidente, tuttavia, che per la vastità del campo d’indagine e le obiettive difficoltà connesse a lavori di questa natura, una ricerca isolata non avrebbe potuto fornire che risultati limitati e comunque senza pretese risolutive. All’iniziativa, per quanto coraggiosa, di un singolo ricercatore, era infatti chiaramente preclusa la possibilità di realizzare un’opera di codificazione “definitiva”, che avrebbe richiesto, oltretutto, un’esplorazione sistematica dei vari archivi e biblioteche, sparsi in ogni parte d’Europa. E’ perciò auspicabile che in futuro, alla compilazione di un vero e proprio Corpus delle fonti dell’anarchismo, possa provvedere, con mezzi adeguati, un collettivo internazionale di ricercatori: su tali presupposti diverrebbe ragionevole attendersi un lavoro di documentazione veramente esauriente, coi vantaggi, facilmente intuibili, che una realizzazione di questo genere arrecherebbe all’indagine storica e storiografica.
Nell’attesa, spero che anche questo più modesto contributo, di cui appare ora la parte relativa alla stampa periodica di lingua italiana, possa risultare di una qualche utilità. Ciò ripagherebbe autore ed editori delle non lievi difficoltà che hanno dovuto affrontare per la sua realizzazione e mi farebbe perdonare per tutte quelle manchevolezze, che in esso i competenti non tarderanno a rilevare. Colgo anzi l’occasione, per ringraziare anticipatamente, quanti vorranno segnalarmi inesattezze ed omissioni, alle quali cercherò di rimediare con una opportuna “Errata-corrige”, che è sempre possibile aggiungere. Di ogni suggerimento o segnalazione, terrò poi debito conto, per una eventuale seconda edizione “corretta ed ampliata”, di quest’opera.
Al momento di licenziare alle stampe il presente volume - che, significativamente, gli editori hanno inteso far apparire in occasione del centenario dell’Internazionale antiautoritaria sento il dovere di ringraziare quanti, direttamente o indirettamente, hanno contribuito alla sua realizzazione.
In particolare desidero esprimere il mio ringraziamento all’amico P.C. Masini. direttore della biblioteca “Max Nettlau” di Bergamo, per i preziosi suggerimenti, di cui ho fatto tesoro, e per la non comune liberalità con cui ha posto a mia disposizione il raro materiale periodico delle sue collezioni. Un grazie sentito vada anche al compagno Aurelio Chessa, curatore dell’Archivio “C. Berneri” di Pistoia; all’amico Gaetano Perillo, del “Centro Ligure di Storia Sociale”, di Genova e al Prof. Gino Cerrito di Firenze, la cui ricca raccolta di materiale anarchico, ho ampiamente utilizzato.
Con particolare gratitudine desidero infine ricordare il compagno e amico fraterno Ugo Fortini di Signa e la sua compagna Milena: a loro infatti, più che ad ogni altro, è dovuta la realizzazione di quest’opera, sia per gli incitamenti costanti con cui ne hanno sollecitato il compimento, sia per l’aiuto, non solo morale, che hanno inteso fornirmi e che ha-reso più rapido e agevole lo svolgimento di questo lavoro.
Fonti e metodi della ricerca
Per una prima ricerca ed un orientamento di massima, mi sono servito, come ovvio, di precedenti repertori bibliografici, oltreché dei normali strumenti d’uso, per indagini di questa natura (cataloghi di biblioteche; monografie di storia locale-provinciale o regionale-del giornalismo etc.). Per brevità, limito l’elenco di tali fonti ai lavori da me più ampiamente utilizzati ed ai quali ho avuto più frequente occasione di rinviare, nel corso di questo primo tomo;
Max NETTLAU. Bibliographie de I’anarchie, Bruxelles-Paris, Bibliothèque des “Temps Nouveaux” / P.-V. Stock, 1897, pp. 120-21, 122-23, 124, 126-27. 130-32.
Da questa fonte preziosissima d’informazioni (reperibile, nell’ediz. originale, presso le biblioteche: “Nazionale”, di Torino; “Feltrinelli”, di Milano; “Max Nettlau”. di Bergamo; “Nazionale” e “Casanatense”. di Roma; e, nella recente ristampa anastatica (New York, Burt Franklin, 1968), presso l’Archivio “C. Berneri”. di Pistoia) ho potuto rilevare un primo importante elenco di giornali, relativi al periodo 1872-1896. Alcuni di questi, tuttavia, non si troveranno compresi nella presente bibliografia, essendo risultati, nel corso di una successiva ricerca, decisamente non anarchici (ad es., i due fogli genovesi: La Fame (1873-74), dichiaratamente “antisocialista” e il Combattiamo! (1887-88) di Ulisse Barbieri, che fu foglio radicale).
Relativamente allo stesso periodo, un’utile traccia mi ha fornito:
P. C. MASINI, Ottocento anarchico italiano. La stampa, in “Volontà” (Napoli), a. Il (1947-48), n. 7, pp. 49-52; n. 9, pp. 44-46; n. 10-11, pp. 90-93.
La compilazione, purtroppo molto sommaria, fornisce notizie relative a 103 periodici. Dello stesso autore segnalo ancora una serie di articoli, a proposito di “Mezzo secolo di giornalismo popolare in Toscana”, pubblicati su La Gazzetta di Livorno, fra cui: Stampa d’avanguardia (13 mag. 1952); I primi fogli operai nella Toscana dell’ultimo ottocento (19 sett. 1952); I progressi del proletariato apuano (11 ott. 1952).
Limitatamente al periodo della Prima Internazionale, in Sicilia, fondamentale è:
Gino CERRITO, La stampa periodica internazionalista edita in Sicilia fino al 1880, in “Volontà” (Genova), a. XIX. n. 6 (giu. 1966), pp. 341-361.
L’indagine è limitata ai periodici pubblicati nelle provincie di Catania e di Girgenti. Dei 4 giornali considerati (il lavoro è rimasto purtroppo incompiuto), tre fuoriescono tuttavia, dai limiti cronologici di questa efemerigrafia, essendo apparsi in data anteriore al 1872; del quarto (Il Vulcano, Giarre 1874) non dispongo di altre notizie oltre quelle fornite nel lavoro di Cerrito, al quale rinvio senz’altro [4].
Per il periodo successivo allo scoppio della Grande Guerra, ho utilizzato i repertori compilati e più volte rimaneggiati da Ugo Fedeli, i quali, se hanno il pregio di costituire l’unico tentativo di catalogazione della stampa periodica anarchica del periodo post-bellico, sono tuttavia, da consultare con grande circospezione, causa le troppo frequenti inesattezze:
Hugo TRENI (Ugo FEDELI], Reseña de la prensa anarquista italiana desde 19/4 hasta hoy. Periódicos y revistas, in "La Protesta. Suplemento semanal” (Buenos Aires), a. II n. 99 (10 dic. 1923), pp. 6-7.
Questo lavoro, dallo stesso Fedeli più tardi rimaneggiato ed ampliato, è stato, nel secondo dopoguerra, riproposto almeno due volte:
a) Giornali, riviste, numeri unici anarchici stampati in italiano da! 1914 a! periodo clandestino, in "Movimento Operaio", a. II (1949-50). n. 7-8. pp. 223-28; n. 9-10. pp. 290-96; n. 11-12, pp. 344-52. (La parte relativa ai fogli clandestini, pubblicati sotto il fascismo, è accessibile anche nella riproduzione che, senza indicazione dell’autore, ne ha fatto "Umanità Nova” (Roma) del 26 apr. 1964 nuovamente riproposta il 30 apr. 1966 - sotto il tit.; Giornali anarchici clandestini pubblicati in Italia o per l’Italia).
b) Bibliografia de publicaciones anarquistas en lengua italiana, in "Cénit" (Toulouse), dal sett. 1953 (a.Ill, n. 33) all’ag. 1955 (a.V, n. 56). Traduzione e presentazione “por la Sección Bibliografica (Archivos y Ediciones) de la C.R.I.A. (B.A.E.)”, di Ildefonso Gonzales.
Allo stesso autore si deve ancora:
Periodici e numeri unici anarchici pubblicati in Liguria fino all’avvento del fascismo, in “Movimento Operaio e Socialista", a. IX. n. 4 (ott.-dic. 1963), pp. 337-358.
Sono infine da segnalare alcune rassegne bibliografiche della stampa periodica, relative a singole località o regioni. Fra le molte utilizzate, ricordo:
Gino CERRITO. I Periodici di Messina. Bibliografia e storia, Milano Feltrinelli, 1961, in-X. 1X-233 pp. (Istituto Ci. Ci. Feltrinelli. Bibliografia della stampa periodica operaia e socialista italiana (1860-1926), diretta da Franco Della Feruta|.
Di questo lavoro, “le parti che riguardano la stampa anarchica”, sono accessibili anche nella riproduzione che ne ha fatto L’Agitazione del Sud (Palermo), dal dic. 1963 (a.VII, n.s., n. 12) al mag. 1964 (a.VIII, n.s., n. 5), sotto il tit.: l Periodici anarchici di Messina (1860-1926).
I Periodici di Milano. Bibliografia e storia, Milano, Feltrinelli. 1956-64
2 voll., in-8, di X-364; VII-407 pp. (Bibliografia della stampa periodica operaia e socialista italiana (1860-1926). diretta da Franco Della Feruta. Vol. III. Parte I. Tomi I e II].
Olga MAJOLO MOLINARI, La stampa periodica romana dell’ottocento, 2 voll., Roma 1963.
A.MAMBELLI, Il giornalismo in Romagna, Forli 1966.
Renato GIUSTI, Note per la storia del giornalismo mantovano, Mantova 1953.
Dallo spoglio di questi repertori, ho potuto ricavare un primo importante elenco di titoli, che hanno costituito un’utile piattaforma d’avvio per l’indagine successiva. Non piccole difficoltà, tuttavia, ha presentato la ricerca per il loro reperimento effettivo, (Causa l’indifferenza (o la diffidenza?) fino a pochi anni or sono dimostrata dai conservatori delle biblioteche nei confronti del materiale periodico operaio e socialista [5], una larga,percentuale di pubblicazioni non venne mai posta a catalogo e giace tuttora relegata in magazzini o soffitte, risultando eosì difficilmente accessibile agli studiosi. Ne consegue che buona parte della documentazione tende a sfuggire anche alla ricerca più ostinata e scrupolosa, che pertanto minaccia, ad ogni tratto, di arenarsi. E’ questo, d’altra parte, il problema che ha sempre maggiormente ostacolato il lavoro di indagine storica e storiografica sull’anarchismo e sul quale anche in passato si era tentato di soffermare l’attenzione. La letteratura e la documentazione anarchica scriveva lo Zoccoli “è una produzione che sfugge allo scambio normale della produzione scientifica. Non solo quindi non vi possono provvedere anche le più ricche biblioteche, non escluso il British Museum di Londra, ma vi provvedono in modo del tutto inadeguato anche istituzioni che, fino al limite del possibile, se ne sono fatte un proposito specifico” [6].
Nel settore più circoscritto d’indagine, che forma l’oggetto della presente ricerca, la situazione si presenta in termini non dissimili, non risultando sufficiente, ai fini di una trattazione esauriente, l’inventario dei pur notevoli fondi esistenti presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e presso quelle istituzioni e centri di studio, che della raccolta di tale materiale, hanno fatto appunto, un obiettivo specifico. Per ottenere risultati almeno apprezzabili, ho dovuto infatti, estendere la ricerca ad altri centri di conservazione (compresi alcuni Archivi di Stato) ed al materiale in possesso di privati raccoglitori, che spesso dispongono dei “pezzi” più preziosi.
Era le biblioteche rivelatesi di maggiore utilità, è doveroso che segnali oltre la già citata “Nazionale centrale” di Firenze, che senza dubbio dispone della più vasta e meglio conservata raccolta di periodici socialisti e del movimento operaio la biblioteca “Feltrinelli" di Milano; “Max Nettlau” di Bergamo [7]; l’Archivio “C. Berneri” di Pistoia; il “Centro Ligure di Storia Sociale’’ di Genova. Un punto di riferimento obbligato, infine, è oggi costituito dalla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, che dal 1956 dispone di uno dei più interessanti fondi di periodici anarchici, essendo entrata in possesso, in tale data, delle imponenti raccolte, già appartenute al noto militante e teorico del’anarchismo, Luigi Fabbri (1877-1935).
Sul materiale da me raccolto o, meglio, sui criteri che hanno presieduto alla sua descrizione, è ancora indispensabile qualche parola di chiarimento.
Di ogni periodico ho sempre avuto cura di fornire una descrizione possibilmente esauriente, di tutti i dati, per cosi dire, “esterni” e delle loro eventuali variazioni. Sarebbe stata mia intenzione, integrare tali notizie con altre, di una certa estensione, relative al contenuto e alla vita del giornale, ai suoi redattori e collaboratori più autorevoli. Ciò avrebbe intanto, contribuito a spezzare la monotona uniformità di una descrizione puramente “tecnica”; ma soprattutto avrebbe conferito un diverso interesse a questo lavoro, collocandolo su un piano di ricerca pili qualificato.
Purtroppo, l’esigenza di mantenere la compilazione entro ragionevoli dimensioni, non mi ha consentito questa possibilità. D’altra parte, non ho ritenuto opportuno impostare il lavoro sulla base di un criterio “monografico” depennando, cioè, i titoli di minore interesse, per riservare a un numero circoscritto di periodici, selezionati fra quelli ritenuti storicamente più importanti, un’ampia e dettagliata descrizione giudicandolo meno aderente alla natura e alle finalità di una ricerca bibliografica, dalla quale ci si attende innanzitutto, la possibilità di poter rapidamente accertare, quanto è stato stampato nel passato. Pertanto, avendo optato per un criterio “analitico”, ho dovuto limitare l’informazione ai dati essenziali: nessuna pretesa di compiutezza hanno, infatti, le poche notizie integrative frutto, per di più, di un tentativo di sintesi non sempre felice di cui risultano corredate alcune schede e che sono utilizzabili solo ai fini di un orientamento di massima.
Così impostato il lavoro non trascende ovviamente, i limiti della stretta erudizione bibliografica: ciononostante non sarà stato un’inutile fatica, se svolgendo proficuamente la sua funzione di ricerca preliminare, riuscirà a stimolare indagini più scrupolose e approfondite.
Il più alto compenso a questo lavoro, mi sarà dato, tuttavia, dal sapere ch’esso avrà in qualche misura contributo ad accostare all’idea ed all’azione anarchiche quanti pur desiderosi di documentarsi direttamente sulla storia di questo vasto fenomeno culturale e politico, se n’erano poi disinteressati, per le difficoltà, sopra più volte ricordate, connesse alla ricerca in questo campo particolare d’indagine.