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Volume I tomo 2

Appendici documentarie. Nota introduttiva

Ho ritenuto utile inserire, a chiusura di questo volume, alcune annotazioni supplementari — corredate dalla riproduzione di qualche documento, scelto fra i più interessanti o anche fra i meno noti, non solo al grosso pubblico ma altresì agli stessi specialisti — che integrando quanto già esposto nel corso del repertorio bibliografico, posson servire come traccia preliminare per una ricostruzione storica dell’anarchismo italiano all’estero. Mi sembra superfluo sottolineare che i tre brevi saggi che seguono — relativi al Brasile, all’Egitto ed agli Stati Uniti d’America — non hanno alcuna pretesa di compiutezza e nemmeno si presentano quali tentativi di sintesi. Come avvertono d’altronde le singole titolature, non sono che «appunti», semplici annotazioni rimaste inutilizzate per la stesura della rassegna bibliografica e riordinate ora alla meglio, a profitto di quanti intendano servirsene per studi più compiuti.

D’altra parte nessuna indagine sistematica mi risulta che sia stata fino ad oggi tentata, sia sull’emigrazione anarchica italiana in generale, sia sulla genesi e gli sviluppi dell’anarchismo italiano nei singoli paesi d’insediamento. Eppure l’esportazione ed il trapianto delle idee libertarie, compiuto dai lavoratori italiani specie nei paesi extraeuropei, fu fenomeno per nulla irrilevante e presenta oggi, sotto il profilo storico, politico e sociologico, aspetti di notevole interesse. Gli stessi anarchici d’altronde, parvero rendersi conto a un certo punto, delle massicce proporzioni assunte dal movimento dei correligionari emigrati e del forte potenziale rivoluzionario che esso avrebbe potuto esprimere, qualora si fosse provveduto ad un opportuno collegamento tra le varie azioni d’intervento politico, se nel 1893 partiva da Londra la proposta (rimasta, a quanto pare, senza seguito), di costituire persino una «Federazione degli anarchici italiani all’estero» [1]. Incidentalmente faccio inoltre rilevare che il processo d’irraggiamento dell’anarchismo italiano, non fu fenomeno limitato ai soli Paesi che figurano registrati in questo repertorio, ma che segni tangibili della sua presenza si ritrovano anche in località comunemente non sospettate d’essere state raggiunte dalla propaganda libertaria. Costantinopoli, sede intorno al 1880 di una sezione italiana dell’A.I.D.L. che arrivò a contare una settantina di aderenti, può costituire, in tal senso, un valido esempio.

Chiudo questa breve nota, esprimendo l’augurio che quanto detto si riveli sufficiente per stimolare in altri, più di me qualificati, un serio lavoro di ricerca. Ne trarrei non piccola soddisfazione, sapendo d’avervi potuto in qualche modo contribuire, nonostante la frammentarietà delle informazioni e della documentazione, che mi è stato possibile addurre in questa sede.


[1Vd. la circolare Agli anarchici italiani dell’estero (firmata, «Per il gruppo La Solidarietà», da Gennaro Pietraroja), pubblicata da Il Grido degli Oppressi (Chicago, Ill.), a. II, n. 8, del 14 giu. 1893 e dal Lavoriamo (Buenos Aires), a. I, n. 6, del 1 lug. 1893.