Home > Testi > Fonti e metodi della ricerca

Volume I tomo 2

Fonti e metodi della ricerca

Insostituibile sussidio bibliografico, almeno per il periodo più antico, resta a tutt’oggi:
Max NETTLAU, Bibliographie de l’anarchie, Bruxelles-Paris, Bibliothèque des «Temps Nouveaux» / P.V. Stock, 1897.

Un importante aggiornamento fino all’epoca della I Guerra Mondiale, ma limitatamente ai Paesi dell’America Latina ed agli Stati Uniti, venne apportato dallo stesso Nettlau, una trentina d’anni più tardi, con
Contribución a la Bibliografia anarquista de la América Latina hasta 1914, in «Certamen Internacional de La Protesta», Buenos Aires, Editorial «La Protesta», 1927, pp. 5-33.

Fra i contributi apparsi in questo secondo dopoguerra, mentre decisamente superato è il vecchio saggio di
Franco DELLA PERUTA, Contributo alla bibliografia della stampa periodica operaia, anarchica e socialista, pubblicata all’estero in lingua italiana, in «Movimento Operaio», a. II, n. 3-4 (dic. 1940-genn. 1950), pp. 103-104,

sono da segnalare:
Ugo FEDELI, Bibliografia de publicaciones anarquistas en lengua italiana, in «Cenit» (Toulouse), n. 40 (apr. 1954), pp. 1222-1224 (per Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Francia); n. 41 (mag. 1954), pp. 1248-1251 (per Francia (seguito), Tunisia, Germania, Stati Uniti d’America); n. 42 (giu. 1954), p. 1280 (per Stati Uniti d’America, 2a parte); n. 44 (ag. 1954), p. 1336 (per Svizzera e Uruguay).

Carlos M. RAMA, Mouvements ouvriers et socialistes. (Chronologie et bibliographie). L’Amérique Latine (1492-1936), Paris, Les Éditions ouvrières, 1959, in-8, pp. 223.

Una anticipazione a questo lavoro, C. Rama aveva già fornito col breve saggio
La stampa periodica italiana nell’America Latina, in «Movimento Operaio», a. VII, n.s., n. 5 (sett.-ott. 1955), pp. 802-805,

che più tardi, rielaborato e integrato di nuove aggiunte e correzioni, tornava ad essere riproposto, ai lettori di lingua spagnola, in appendice al voi. dello stesso autore
Garibaldi y el Uruguay, Montevideo, Nuestro Tiempo, 1968. Appendice C (pp. XVIII-XXIV): Los Periódicos Italianos en América Latina.

Determinante ai fini dell’indagine, è stato ovviamente, oltre che la diretta presa di contatto col materiale in oggetto, lo spoglio sistematico degli schedari dei maggiori istituti e biblioteche europee, specializzati nella raccolta e conservazione di questo genere di pubblicazioni e in particolare dei cataloghi della stampa periodica dell’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam che, a buon diritto, possono essere considerati fonte primaria e insostituibile per questo tipo di ricerca. Formatosi, come noto, essenzialmente sulla base dei fondi di Max Nettlau e più tardi incrementatosi, sempre per la parte anarchica, con l’annessione delle raccolte di Ugo Fedeli, l’Istituto olandese ha raggiunto un tale livello di ricchezza documentaria, da potersi asserire senza falsa retorica, che in sua assenza ogni indagine specializzata sulla storia dell’anarchismo internazionale, ne risulterebbe oggi gravemente compromessa [1].

Purtroppo meno confortante è la situazione nel nostro Paese dove, nonostante lo sforzo lodevole e generoso di numerosi istituti e raccoglitori privati, per recuperare e salvare un materiale che va facendosi ogni giorno più raro, i risultati non sono ancora fra i più soddisfacenti. Mi sembra tuttavia opportuno segnalare quei centri di raccolta pubblici e semipubblici, sui cui fondi può essere avviata con profitto una ricerca storica sull’anarchismo.

Oltre al più noto Istituto «Feltrinelli» di Milano, fin troppo conosciuto da tutti gli studiosi di storia del socialismo, perché sia il caso di sottolinearne ulteriormente l’importanza, è innanzitutto da segnalare la Biblioteca «Max Nettlau» di Palazzago (Bergamo). Specializzata per la storia dell’anarchismo — e dell’anarchismo italiano in ispecie — essa si è arricchita, nel corso di questi ultimi anni e grazie al costante interessamento non disgiunto da rara competenza, del suo curatore P.C. Masini, di un materiale documentario particolarmente importante e pregevole (con termine ad quem il 1950), al punto che può essere attualmente ritenuta come uno dei Centri di documentazione più interessanti a livello europeo.

Non meno importanti sono altresì alcuni fondi, di antica formazione, che salvatisi fortunosamente dai sequestri e dalle sistematiche distruzioni operate dal fascismo, sono stati successivamente versati dai familiari dei raccoglitori, presso pubblici enti culturali. Fra questi il «Fondo Fabbri» [2], annesso alla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna e sul quale ho già avuto modo di soffermare l’attenzione nella nota introduttiva del primo tomo; e il forse meno noto «Fondo Domenico Francolini», quantitativamente meno rilevante del precedente (in tutto alcune decine di testate di giornali, contro le 400 circa del Fondo Fabbri, raccolte in cinque volumi di miscellanea), ma non per questo meno pregevole, sotto il profilo dell’interesse bibliografico. Donato dagli eredi del vecchio internazionalista (scomparso nel 1928) alla Biblioteca Comunale di Rimini intorno ai primi degli anni quaranta, questo importante fondo documentario è stato solo recentemente «riesumato» fra il materiale di giacenza della biblioteca, dal nuovo direttore, dott. Meldini, che con lodevole iniziativa ha anche provveduto al suo riordino definitivo per renderlo agibile alla pubblica consultazione.

Integra in una certa misura i fondi sopra ricordati, quell’incredibile patrimonio di materiale a stampa sequestrato, che è possibile rintracciare tra gli atti di prefettura e di polizia versati agli archivi periferici di Stato. Una menzione a parte meritano, infine, alcuni dei fondi dei vari dicasteri del Governo Centrale (Miscellanea Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia; Casellario Politico Centrale; le categoria da F 1 a F 4 di numerose serie di P.S.; etc.), depositati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, e a tutt’oggi non ancora interamente esplorati ma certamente inesplorabili, per la loro troppo eccezionale vastità, da un singolo ricercatore.

* * *

Per la rielaborazione e la descrizione «interna» del materiale segnalato in questa seconda parte del mio lavoro, ho utilizzato non solo la stampa italiana già registrata nel corso del primo tomo, ma anche parte di quella straniera, scegliendo in particolare fra quella più ricca di notiziari internazionali sulla vita del movimento. I periodici di lingua spagnola — e quelli latinoamericani in ispecie — costituiscono una fonte indispensabile per ricostruire l’attività degli anarchici italiani emigrati. Lo spoglio di alcune importanti collezioni — cito, fra le altre, El Perseguido di Buenos Aires (1890-1897) e O Amigo do Povo (in portoghese) di São Paulo (1902-04) — in molti casi mi ha consentito la restituzione di dati bibliografici, oggi non più direttamente accertabili, causa l’estrema lacunosità delle raccolte pervenuteci; e mi ha inoltre portato a conoscenza di fatti e circostanze relativi alla vita di molti gruppi redazionali, che diversamente non mi sarebbe stato possibile appurare.

Ho ritenuto utile inoltre, inserire volta a volta un minimo indispensabile di notizie biografiche sui redattori e i principali collaboratori dei fogli segnalati; notizie che ho in larga misura ricavato dai rapporti consolari fatti pervenire in copia al Ministero dell’Interno, dalle informazioni particolari in possesso della Divisione di Polizia Politica e, soprattutto, dal «Casellario Politico Centrale», annesso alla Direzione Generale di P.S., ed oggi versato (per il solo periodo che si chiude con la caduta del Regime fascista) dall’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Nei limiti del possibile, infine, ho anche cercato di sollecitare la diretta testimonianza di quei compagni di vecchia militanza che, particolarmente durante gli anni del fuoruscitismo, ebbero parte importante nella produzione della stampa sovversiva o che quantomeno, furono in qualche modo compartecipi della vita dei gruppi redazionali.

Il lettore pertanto troverà, in quelle schede che sono state corredate di un commento supplementare, una messe di notizie non di rado inedite, che gli consentiranno una comprensione sufficientemente adeguata, non solo del singolo periodico in esame ma altresì dell’insieme del clima storico e politico, nel quale esso ebbe vita.

Tali almeno le intenzioni: ai critici stabilire in quale misura esse siano state raggiunte.


[1Per i lettori di lingua italiana, Giovanna Berneri tracciò a suo tempo una breve storia di questo Istituto e dei fondi che vi sono annessi. Vd. Gli archivi di Max Nettlau, in «Umanità Nova» (Roma), a. XXXVI, n. 51 (16 dic. 1956), p. 3.

[2Del «Fondo Fabbri» è stato recentemente pubblicato, a cura della stessa Biblioteca dell’Archiginnasio, un succinto ma utilissimo inventario. Vd. L. Montanari, Il Fondo Fabbri, Bologna 1974, pp. 48 (estr. da «L’Archiginnasio». Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna, a. LXIII-LXV, 1968-70). È da auspicare che l’esempio venga presto seguito anche da altri Istituti.