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Bettini-0305

Il Risveglio

periodico quindicinale


Durata: 1908-1908


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Periodico quindicinale.
  • Luogo di pubblicazione: Messina.
  • Tipografia:
    • Messina, Tip. Moderna.
    • Dal 22 ott. 1908 (a. I, n. 3): Tip. D’Angelo.
    • Dall’11 nov. 1908 (a. I, n. 4): Tip. dei Tribunali.
  • Durata: 20 sett. 1908 (a. I, n. 1) — 28 nov. 1908 (a. I, n. 5).
  • Periodicità: Quindicinale.
  • Gerente: Giuseppe Irrera.
  • Formato:
    • cm. 31,5 × 43.
    • Dal 4 ott. 1908 (a. I, n. 2): cm. 33 × 46,5.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: 4.

FN: GF. B. 84. 25.

Bibl. — G. Cerrito, I periodici di Messina. Bibliografia e storia, Milano 1961, pp. 135-37.


Nel sett. 1908, gli anarchici messinesi, unitamente ai gruppi di Pantelleria e Caltanisetta, si costituirono in “Federazione anarchica meridionale” e diedero vita al giornale II Risveglio, con l’intento dichiarato di promuovere la rinascita di un movimento organizzato in Sicilia. Ma l’appello lanciato dagli anarchici dell’isola e delle provincie meridionali, perchè aderissero alla Federazione, non diede i risultati sperati: “… nessuno risponde — rilevava amaramente Erminio Bardieri (Il movimento sociale in Sicilia e gli anarchici, a. I, n. 4, dell’11 nov. 1908) — quando non sia per darci torto come Trapani, e Catania; di Palermo… silenzio completo! ”. Col terremoto del 28 dic., l’attività del gruppo messinese dovette poi cessare definitivamente.

Al giornale diede la sua collaborazione anche Pietro Gori. Vd. : 20 Settembre, a. I, n. 1 ; Come sarà la società futura, a. I, n. 5.


 


da Cerrito Gino, I periodici di Messina…, p. 135-137:

Negli ultimi anni di vita dell’Avvenire Sociale, per le incessanti persecuzioni delle autorità di P. S., il gruppo anarchico messinese era stato disertato da numerosi affiliati. I rimasti, dimissionari о espulsi dall’organismo camerale che essi stessi avevano contribuito a far nascere, avevano continuato la propaganda rivoluzionaria in taluni sindacati operai da loro controllati, tentando inutilmente di rientrare vittoriosi nella Camera del Lavoro.

Un’attività siffatta, non accompagnata da una propaganda anarchicamente varia e poggiante quindi su un gruppo veramente funzionante, aveva contribuito ad isolare per più anni i socialisti-anarchici messinesi dal resto del Movimento, inchiodandoli su posizioni di lotta prettamente sindacali. D’altraparte, le interminabili polemiche fra organizzatori ed antiorganizzatori avevano indubbiamente stancato coloro i quali pensavano — come i messinesi— che fosse indispensabile una federazione funzionale di gruppi, per meglio resistere alla reazione e per meglio condurre la propaganda proselitistica.

Per questi motivi, nel 1907-8 il Movimento anarchico poteva dirsi quasi scomparso, come tale, non solo a Messina, ma in tutta l’isola. Questa la situazione che pochi socialisti-anarchici messinesi si proponevano di cambiare nel settembre del 1908, costituendo una magra « Federazione anarchica meridionale», insieme con i gruppi di Pantelleria e di Caltanissetta, ed iniziando la pubblicazione del Risveglio — al quale collaboravano Erminio Bardieri, Ferruccio Caifà, Pietro Gori, Giovanni Millimaggi, D. Nucera Arenavoli [Abenavoli], Vincenzo Palmarella, L. Romualdi, A. Tarrena, A. Zagarella e Tommaso De Francesco.

« Amanti di ogni libertà che tenda ad emancipare l’uomo da l’oppressione economica, politica e religiosa — scrivevano i redattori, nel primo numero del periodico (“Quando noi, morti, ci destammo”) —, noi non ci restringeremo ad un’azione di classe о di partito; ma, guidati da un concetto altamente libertario e pratico insieme, crediamo che molto lavoro d’immediata comune utilità si possa concordemente eseguire da quanti si trovano sulla nostra strada a camminare nello stesso senso, pur discostando da taluni dei nostri criteri […]. Auspichiamo, cioè, una comune azione antistataria[le], combattendo lo statismo [sic] come accentramento politico-amministrativo, come sintesi di privilegio di classe sorretto dalla violenza […]. Appoggeremo incondizionatamente, scevri di superstizioni di classe e d’illusioni, ma pur credenti nella potenza redentrice del lavoro emancipato, le classi operaie che si sentono sfruttate […] », appunto perché il movimento federativo delle organizzazioni operaie può, come tale, negare il principio d’autorità.

Ma, entro il novembre del 1908, cioè alla data dell’ultimo numero del Risveglio, il proposito della « Comunanza anarchica Eliseo Reclus» di Messina — di promuovere la rinascita di un movimento anarchico organizzato nel meridione e nell’isola — riscosse scarso seguito. Ciò è provato non solo dalle cronache del Movimento, pubblicate nei 5 numeri rintracciati del periodico, ma è altresi affermato da Erminio Bardieri, in un interessante articolo apparso l’11 nov. 1908 (a. I, n. 4) col titolo: «Il movimento sociale in Sicilia egli anarchici». « Anni fa, all’epoca dei Fasci — scriveva fa l’altro il Bardieri —, c’era qui un movimento [anarchico] più accentuato, benché in gran parte istintivo; le associazioni operaie erano nascenti e guidate da anarchici; a Messina si stampava un giornale L’Avvenire Sociale, altre pubblicazioni sporadiche qua e là e dappertutto gruppi e circoli. Di tutto questo fermento nulla oggi rimane: bisogna farsi da capo. I vecchi compagni о dormono nelle loro posizioni famigliari, oppure sono passati parte al nemico, parte al comodo politicantismo. Cosi in Messina ove pure esistevano buone tempre! […]. In complesso, bisogna dire la verità, il livello sociale è salito di molto da allora, soltanto, non siamo stati noi a profittarne. Il terreno è duro qui, ma […] c’è molto, ma molto di buono per chi abbia pazienza: ma è proprio questa che difetta! Prova ne sia la propaganda in quel di Trapani e di Messina,ove (sia pur coll’intenzione di togliere il Collegio ai feudatari politici) uomini di polso e di cuore, come Cammareri-Scurti, Sceusa, [Costantino] Scuderi, lavorano, ottenendo buoni risultati […]. In quanto a noi — è inutile dissimularlo — non esistiamo. Qualche manifestazione avventizia, un foglio volante, un giornaluzzo stentato e poi nulla. Certo, mancano i mezzi, ma più le persone! Si tenta ora da noi fare qualcosa ed abbiamo, fra stenti e sacrifici,lanciato un appello ai compagni di Sicilia e provincie meridionali per unirsi in Federazione, abbiamo iniziato questo periodico, ma — tranne pochi amici di Messina, Pantelleria, Caltanissetta ed altri sparsi — nessuno risponde,quando non sia per darci torto come Trapani e Catania; di Palermo... silenzio completo! Questa è la condizione attuale. Ciò non toglie che la presenza e l’energia di propagandisti tenaci, la concordia pratica dei compagni nel Mezzogiorno, e l’aiuto pratico di quelli più lontani, possano far sorgere le forze sopite in un rigoglio novello di vita […] ». Ma il terremoto del 28 dicembre avrebbe stroncato sul nascere l’opera organizzativa intrapresa con tanto entusiasmo dalla « Comunanza anarchica Eliseo Reclus ».

Il Risveglio pubblicava diversi articoli espositivi dei principi fondamentali dell’anarchismo (vedi specialmente: 28 nov. 1908, a. I, n. 5: P. Gori, «Come sarà la società futura», prima puntata); numerosi scritti contro il militarismo e la guerra, in parte già apparsi in altri fogli anarchici (citiamo: 4 ott. 1908, a. I, n. 2: G. Hervé, «La democrazia in caserma»; 22 ott. 1908, a. I, n. 3: Nayre, «Antimilitarismo pratico»); un interessante articolo di P. Gori sul «20 Settembre» (20 sett. 1908, a. I, n. 1); cronache del movimento operaio locale e corrispondenze da Giardini, Scordia, Venezia, Torino e Parigi.

 Collegamenti agli archivi
Servizio bibliotecario nazionale: http://id.sbn.it/bid/CFI0376045
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam): https://hdl.handle.net/10622/02F5459B-12B9-48FB-8102-F18BF8C7D6A0

Uscite:

  • anno 1
  • n. 1 (1908, 20 sett.)
  • n. 2 (1908, 4 ott.)
  • n. 3 (1908, 22 ott.)
  • n. 4 (1908, 11 nov.)
  • n. 5 (1908, 28 nov.)


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Scheda iniziata da: Leonardo Bettini