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Bettini-0887

Il Risveglio anarchico = Le Réveil anarchiste

 


Durata: 1957-1960


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Luogo di pubblicazione: Ginevra.
  • Durata:
    •  genn. 1957 (a. LVIII, n. 1080) — nov.-dic. 1960 (a. 59, n. 1103).
    • Interrompe le pubblicazioni dal giu.-lug. 1959 (a. 59, n. 1101) al nov. 1959 (a. 59, n. 1102); e da questa data, al nov.-dic. 1960 (a. 59 [sic], n. 1103).
    • Nell’intervallo pubblica un «Numero speciale», in data 1 mag. 1960.
  • Periodicità:
    • Mensile.
    • Dall’ott. 1958 (a. 59, n. 1098): bimestrale.
    • Poi: Varia.
  • Gerente: A. Bösiger, rédacteur responsable.
  • Formato:
    • cm. 32 × 47.
    • Dal nov. 1959 (a. 59, n. 1102): cm. 23,5 × 31,5.
    • Per il «n. speciale» del 1 mag. 1960: cm. 24 × 35.
  • Pagine:
    • 1 + 1.
    • Escono a 4 pp. (2 + 2) i n.: 1083 (apr.-mag. 1957); 1099 (nov.-dic. 1958); 1103 (nov.-dic. 1960).
    • Esce a 8 pp. (4 + 4) il n. 1102 (nov; 1959).
  • Colonne:
    • 4.
    • Dal nov. 1959 (a. 59, n. 1102): 3.

IISG.

CIRA (G).

Be. N


Nel genn. 1957, ricorrendo il decennale della morte di Luigi Bertoni e nell’intento di dare «seguito ai propositi espressi dai compagni svizzeri riunitisi a Berna il 10 luglio scorso in occasione della morte di Bakunin» (cf. «Il Risveglio / «Réveil» a Ginevra, in«Umanità Nova» (Roma), 20 genn. 1957), venivano riprese le pubblicazioni dell’organo anarchico ginevrino. Nell’ultimo dopoguerra era questa la seconda volta che si tentava di riesumare, ma con scarso successo, la gloriosa testata, che per quasi un cinquantennio era stata uno dei portavoce più autorevoli dell’anarchismo internazionale. Dopo la morte del suo fondatore L. Bertoni (genn. 1947), un gruppo di militanti di lingua francese e italiana, aveva già tentato, infatti, di ridare vita al periodico (vd. scheda precedente); ma nell’ag. 1950, dopo soli 25 n., questi aveva dovuto cessare le pubblicazioni, causa «les diffìcultés financières inhérentes à la publication d’un journal sans annonce» (cf. Une bonne nouvelle, n. 1080, genn. 1957). Non migliore fortuna, avrà d’altronde questa nuova serie, la cui apparizione veniva giustificata dalla necessità di disporre di un organo locale di propaganda e d’informazione, che consentisse di esporre il punto di vista anarchico di fronte ai maggiori eventi internazionali e di «prendre position dans les différents conflits en cours» (Une bonne nouvelle, cit.).

Inficiato da una impostazione di irriducibile quanto acritica avversione al bolscevismo, fu facile per il foglio ginevrino scivolare su allineamenti filoccidentali, pur di prendere posizioni antisovietiche. Così, commentando il conflitto mediorientale del 1956, il giornale si schierava decisamente dalla parte di Israele (pur precisando che «non sta forse a noi … di erigerci a portavoce di entità nazionali come tali»), contro le pretese del «dittatore delle sponde del Nilo, ben deciso a «cancellare dalle carte del mondo» financo il mondo d’Israele e di sopprimere così l’ultimo rifugio di stirpe per secoli raminga, perseguitata e decimata dalla ferocia reazionaria» («Cieffe» [Carlo Frigerio], La tragedia d’Israele, n. 1082, mar. 1957). Vd., anche: Appunti. Il decennale d’Israele, n. 1095, mag. 1958, ove si afferma che «per la Russia totalitaria … Israele resta una spina nell’occhio, avverso com’è quest’ultimo alla «satellizzazione» del suo territorio per una maggiore penetrazione dell’influenza dell’U.R.S.S. nell’estremo oriente. Il che spiega il suo atteggiamento ostile verso un paese aperto alle idee di emancipazione sociale e le sue preferenze per un dittatore come quello che risiede al Cairo».

Rispetto all’insurrezione ungherese dell’ott.-nov. 1956 — conclusasi, come noto, in seguito all’intervento sovietico, che la represse ferocemente — le simpatie del giornale, andarono ovviamente per gli insorti. Sebbene sconfitta — scriveva l’autore del trafiletto Ungheria, apparso sul n. 1081, del febb. 1957 — «la rivoluzione ungherese ha distrutto per sempre il mito del socialismo di Stato, e, come già la rivoluzione spagnola, ha posto al mondo il principio dei consigli operai e popolari come organi di gestione della vita sociale». Nel n. 1083, dell’apr.-mag. 1957, il giornale pubblicò inoltre un lungo art. di «Vico» su L’anarchismo in Ungheria, onde «passare in rassegna, sia pure succintamente, i fatti salienti relativi al nostro movimento e la penetrazione ed evoluzione delle nostre idee in Ungheria» e confutare così, «chi nega l’apporto degli anarchici alla rivolta scoppiata nell’ottobre scorso e … chi smentisce l’esistenza di un movimento magiaro specificamente libertario, ora e in passato».

Oltre ai già cit. C. Frigerio («Cieffe»; «Uno») e «Vico», collaborarono al periodico (per la parte italiana) anche G. Baldelli (Popolazione, fame e ignoranza, n. 1091, del genn.-febb. 1958; ripetuto nel n. 1099, del nov.-dic. stesso anno; L’equivoco della «sinistra», n. 1086, dell’ag. 1957); Carlo Vanza, con una serie di corrispondenze da Biasca; e «Walter».

Dopo il lug. 1959, Il Risveglio subì una prima interruzione, per divergenze sorte all’interno del gruppo editore, in merito alla linea programmatica del giornale, e che portò ad una scissione fra i membri del corpo redazionale. Gli elementi dissidenti, firmandosi collettivamente «I vecchi compagni del gruppo del Risveglio», notificarono la loro decisione a sospendere la collaborazione al giornale, divenuto «inoperante — affermavano in una circolare, diffusa da Ginevra nel sett. 1959 — per difetto di una collaborazione seria e seguita [sic] ispirata alla linea precisa impressagli dai suoi iniziatori che ne avevano fatto un organo popolare di critica sociale e di penetrazione ideologica nella morta gora della vita pubblica del paese» (cf. Altri chiarimenti su «Il Risveglio» di Ginevra, in «Umanità Nova» (Roma), del 18 ott. 1959). Nel nov. di quello stesso anno, grazie anche al lascito di «un camarade italien [i.e.: Dante Lorenzi] décédé dernièrement aux États-Unis», il foglio ginevrino tentò una ripresa delle pubblicazioni, confidando altresì su «l’apport rédactionnel d’une equipe de jeunes» (cf., sul n. 1102, del nov. 1959, la Note de la rédaction). L’iniziativa, comunque, non ebbe in pratica seguito e si concluse con l’uscita di un ultimo n., apparso dopo un anno d’interruzione, nel nov.-dic. 1960.


Vd. Il Risveglio anarchico (Ginevra, 1900-1940) e Il Risveglio anarchico (Ginevra, 1947-1960)


Uscite:

  • anno 58
  • n. 1080 (= n.s.,n. 1) (1957, genn.)
  • n. 1081 (1957, febb.)
  • n. 1082 (1957, mar.)
  • n. 1083 (1957, apr.-mag.)
  • n. 1084
  • n. 1085
  • n. 1086 (1957, ag.)
  • n. 1087
  • n. 1088
  • n. 1089
  • n. 1090
  • anno 59
  • n. 1091 (1958, genn.-febb.)
  • n. 1092
  • n. 1093
  • n. 1094
  • n. 1095 (1958, mag.)
  • n. 1096
  • n. 1097
  • n. 1098 (1958, ott.)
  • n. 1099 (1958, nov.-dic.)
  • n. 1100 (1959, …)
  • n. 1101 (1959, giu.-lug.)
  • interruzione
  • n. 1102 (1959, nov.)
  • “numero speciale” (1960, 1 mag.)
  • n. 1103 (1960, nov.-dic.) a59


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini