- Sottotitolo:
- Periodico degli anarchici siciliani.
- Dal 5 febb. 1922 (a. II, n. 2 [o n° 1?]): Periodico degli anarchici siciliani. Quindicinale anarchico.
- Motto:
- Fino al 25 dic. 1921 (a. I, n. 6): “11 nostro ideale, l’Anarchia, è una società fondata sul libero accordo delle libere volontà dei singoli”. E. Malatesta.
- Per il solo n. 1 dell’a. I (14 ag. 1921), sulla testata, unitamente al motto, si legge anche: “Lavoratori! Diffidate e boicottate i falsi pastori. Attenti ai mali passi”.
- Luogo di pubblicazione: Lentini.
- Tipografia:
- Lentini, tip. “La voce del popolo”.
- Dal 5 febb. 1922 (a. II, n. 1): Carlentini, Tip. G. Materazzo & C.
- Durata: 14 ag. 1921 (a. I, n. 1) — 12 mar. 1922 (a. II, n. 3).
- Periodicità:
- Varia.
- Dal 30 ott. 1921 (a. I, n. 4): mensile (“Si pubblica l’ultima domenica di ogni mese”).
- Dal 5 febb. 1922 (a. II, n. 1): quindicinale.
- Gerente: Francesco Martinez.
- Formato:
- cm. 25,5 × 35.
- Dal 30 ott. 1921 (a. I, n. 4): cm. 28 × 38.
- Pagine:
- 4.
- Esce a 6 p. il n. del 20 sett. 1921 (a. I, n. 3: “Numero straordinario pubblicato a cura degli anarchici siracusani”).
- Colonne:
- 3.
- Esce a 4 col. il n. 6 dell’a. I (25 dic. 1921).
FN: G. (Alla raccolta manca il n. 5 dell’a. I).
Veniva stampato e diffuso per iniziativa di un gruppo, che a Lentini si raccoglieva attorno al picconiere Francesco Martinez (che lungamente perseguitato, morì durante il ventennio; gli aderenti al gruppo da lui animato, confluiranno, nel 1943, nel P.C.I.). Cf. G. Cerrito, Anarchismo in Sicilia, in Volontà (Napoli), 1 lug. 1955, pp. 33-34.
Dedicato, in larga parte, alla propaganda e alla divulgazione popolare dei principi anarchici (vd., ad es., L’Anarchia spiegata al popolo. Princìpi sociologi [sic], a. I, n. 6, del 25 dic. 1921; oltre agli scritti di Tomaso Concordia, che invia la sua collaborazione da Genova), il foglio trova i suoi momenti di maggiore efficacia, solo quando ha modo di occuparsi dei problemi del proletariato rurale siciliano e di inserirsi nel vivo delle lotte contadine. A proposito della occupazione delle terre, interviene polemicamente contro l’atteggiamento moderato e la politica riformista seguita dai socialisti, esortando i contadini a diffidare dei “capi” e a spingere la lotta fino alle sue estreme conseguenze. “Noi sosteniamo tale lotta — scrive R. Ossino, sul n. del 20 sett. 1921 (a. I, n. 3) — e, checché ne dicano i dirigenti ultrariformisti, la portiamo alle estreme conseguenze, al cozzo vero e proprio, fino a che i proprietari o con le buone o con le cattive avran concesso il diritto di lavoro chiesto dai contadini. Consiglieremo i contadini a non fidarsi dei loro capi, a escogitarli (?), e senza l’aiuto di nessuno, essi da soli si muovino alle conquiste delle terre, e all’accordo di quel mantenimento desiderato. Però tale non è tutto il problema; essi devono espropriare oggi le terre, costringere i padroni a concedere loro tutti i desiderata chiesti. Un altro consiglio che suggeriamo è quello di contentarsi mai del poco, o del minimo, ed imponendosi con la forza, oggi, devono costringere i signori proprietari a lacerare i vecchi concordati fatti con detti massai”.
Per tutta la durata delle pubblicazioni, il foglio conduce inoltre una intensa campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti. Non manca infine, la riproduzione di qualche brano letterario a contenuto sociale. Di P. Gori pubblica la poesia II canto dei lavoratori della terra (a. I, n. 4, 30 ott. 1921).