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Bettini-0165

La Bomba

rivista anarchica settimanale


Durata: 1893-1894


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Rivista anarchica settimanale.
  • Motto: “Nè sfruttati, nè sfruttatori. Nè servi, nè padroni”.
  • Luogo di pubblicazione: Messina.
  • Tipografia: Messina, Tip. Siciliana.
  • Durata:
    • 3 dic. 1893 (numero unico; ma: a. I, n. 1) — 7 genn. 1894 (a. II, n. 1).
    • Quest’ultimo n. è datato erroneamente: 7 genn. 1893.
  • Periodicità: Settimanale.
  • Direttore: Antonino Zoppina.
  • Gerente:
    • Per il n.u. del 3 dic. 1893: Giovanni Leggio, redattore responsabile.
    • Per il n. del 7 genn. 1894 (a. II, n. 1): Antonino Zoppina, direttore responsabile.
  • Formato:
    • Per il n.u. del 3 dic. 1893: cm. 30 × 42.
    • Per il n. del 7 genn. 1894: cm. 30 × 41.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: 4.

FN: GF. B. 64. 41. (Possiede solo il n. del 7 genn. 1894).


Foglio individualista, che già nel titolo, estremamente indicativo, denunciava la sua linea programmatica, favorevole alla “propaganda di fatto”. Fu espressione d’un gruppo di anarchici staccatisi dal Circolo messinese “Amilcare Cipriani” (costituito nel genn. 1886), il cui esponente di maggior rilievo, Giovanni Noè, aveva assunto un discutibile atteggiamento di fronte al problema elettorale.

Per l’analisi del giornale, si veda comunque G. Cerrito, I Periodici di Messina. Bibliografìa e storia, Milano, 1961, pp. 42-44, che ha rintracciato e potuto consultare, presso la Biblioteca del Gabinetto di Lettura di Messina, anche il n.u. del 3 dic. 1893, mancante alla collezione della Bibl. Nazionale di Firenze.

Decisamente irreperibili, sono invece i n. 2 e 3, del dic. 1893.


 


da Cerrito Gino, I periodici di Messina…, p. 42-44:

Nella seconda metà del 1893, l’equivoco contegno di Giovanni Noè di fronte al problema elettorale (cfr. l’a. 1893 del Riscatto) determinava una prima frattura fra i membri del Circolo socialista-anarchico, alcuni dei quali costituivano un gruppo anarchico « individualista » e fondavano la Bomba, periodico favorevole alla « propaganda del fatto ».

Il primo numero della Bomba (3 dic. 1893), infatti, pubblicava, a firma di G. Ferretti e sotto il titolo «Chi siamo», un lungo articolo programmatico,nel quale si sosteneva che la rivoluzione sociale fosse l’unico rimedio peri mali che affliggevano l’isola e l’unico valido mezzo per frenare l’azione persecutoria governativa contro il fiorire dei Fasci. « Qualunque sia la scelta che altri partiti possano fare — scriveva il Ferretti —, noi speriamo che essi si raccoglieranno tutti sotto il vessillo della Rivoluzione sociale, la nostra non è dubbia. Noi, partito rivoluzionario per eccellenza, noi fatti segno alle più accanite persecuzioni dai governi, noi che abbiamo tanti dei nostri sepolti vivi nelle patrie galere, noi abbiamo il dovere imprescindibile d’agire […]. La causa degli operai e dei contadini siciliani è la causa degli operaie dei contadini di tutta l’Italia; i quali, affamati nel loro paese, respinti all’estero, non hanno ormai che una risorsa estrema: combattere. L’agitazione agraria di Sicilia è l’ultima di una lunga serie di agitazioni che diffusero i principi del socialismo e lo spirito di rivolta in tutto il paese […] ». E dopo avere ricordato le varie sommosse e gli scioperi, concludeva: « Dappertutto il popolo è pronto alla riscossa. Esso aspetta il segnale. Agli audaci il darlo! ». Nel caso contrario la reazione si abbatterà prima sulla Sicilia e poi sul continente: « Soppresso il moto siciliano il regno del terrore sarà esteso in tutta l’Italia […] ». Decidiamoci, quindi: « Percorriamo le città e le campagne. Organizziamo dappertutto Fasci Rivoluzionari. Suscitiamo un’agitazione, che impedisca al governo di mandare reggimenti interi di truppe in Sicilia […]. Diamo il segnale della battaglia! Osiamo! Scendiamo in campo colla nostra bandiera, senza transazione, ma anche senza intolleranze, che sono dannose, ed in questo momento anche funeste […] ».

Nel n. del 7 genn. 1894, dopo la notizia della proclamazione dello stato d’assedio e dell’arresto dei dirigenti del movimento dei Fasci, il periodico attaccava violentemente il Crispi, come spergiuro e traditore degli interessi e della pace della Sicilia; faceva un consuntivo dello sfacelo in cui era caduta l’Italia dopo l’unificazione; ed in un articolo redazionale affermava: « Noi che siamo nemici di ogni monopolio, che si chiama governo, dovremo rallegrarcene [della situazione], perché l’attualità ci spiana la via al conseguimento dei nostri ideali, eppure il cuore ci sanguina allo scempio di tante vite, alle lotte fratricide, al sangue innocente di donne e di fanciulli sparso sulla terra dei Vulcani, poiché quel sangue convertito in fuoco, sarà lava, a cui non resisteranno argini di sorta […]. Noi solennemente lo dichiariamo, perché nonpossa fraintendersi la nostra missione. Non è col sangue, colle uccisioni, cogli incendi, colle rapine che si nutrono i nostri ideali […], il nostro programma […] non tende a distruggere, ma a sterminare la mala pianta, per edificare il regno della giustizia e della pace universale. Sarà forse questa generosa idea un’utopia? Però con essa avremo vissuto e caduto incontaminati, senza macchia e senza paura ».

Oltre le utili notizie di cronaca, relative alle repressioni governative dei Fasci, il n. del 7 genn. 1894 riproduceva il testo del telegramma indirizzato da Napoleone Colajanni Ai lavoratori di Sicilia, dopo gli arresti di Palermo.

G. Cerrito, «Il processo di formazione e lo sviluppo dei Fasci dei Lavoratori nella provincia di. Messina», in Movimento operaio, a. VI (1954), n. 6, p. 993-994.

Altra collocazione del giornale: Messina, Bibl. del Gabinetto di Lettura. (Mancano alla raccolta i n. 2 e 3 del 1893).

 Collegamenti agli archivi
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam): https://hdl.handle.net/10622/C3AE80E4-14AF-44D7-9822-3AA546B34E6F

Uscite:

  • anno 1
  • n. unico [n. 1] (1893, 3 dic.)
  • n. 2
  • n. 3
  • anno 2
  • n. 1 (1893 [1894], 7 genn.)


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini