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Bettini-0729

L’Unione dei padellai

 


Durata: 1925 (n.u., 25 sett.)


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Luogo di pubblicazione: Marsiglia.
  • Tipografia: Marsiglia, Imp. du Port.
  • Durata: 25 sett. 1925.
  • Periodicità: Numero unico.
  • Direttore: [Paolo Schicchi].
  • Formato: cm. 45 × 60.
  • Pagine: 2.
  • Colonne: 6.

IISG.

MF: P.i. b 131,377.


A soli quindici giorni dalla pubblicazione de Il Pozzo dei Traditori (vd.), P. Schicchi tornò con questo nuovo n.u., sulla polemica antigaribaldina, per rincalzare, con l’ormai usuale linguaggio follaiolo e violento che caratterizzava la sua prosa di libellista, le accuse di tradimento nei confronti di Ricciotti Garibaldi e degli anarchici che avevano aderito alla sua progettata spedizione militare contro il fascismo.

Contiene un editoriale di R. Schiavina (Padelle e padellate); una testimonianza da Parigi di Rocco Emma (Carte in tavola); e due lunghi interventi di P. Schicchi: La trappola (firmato: «L’artigliere») e Rospeide, diretto, quest’ultimo, contro G. Damiani ma relativo a tutt’altra polemica, allora in corso fra gli anarchici italiani del nordamerica. In prima p., infine, sotto il tit. La truffa, compare la riproduzione facsimilata di uno dei «Titoli» emessi dal «Comitato per la libertà italiana» (per l’ammontare di due milioni di lire) e fatti circolare, all’epoca, dai legionari garibaldini.

Sebbene in pratica P. Schicchi più non avesse saputo rinunciare a entrare in merito alla questione garibaldina (vi ritornò sopra ancora nel secondo dopoguerra; cf. ad es., L’Era Nuova (Palermo), apr. 1947, pp. 4-5; lug. 1947, p. 22), L’Unione dei Padellai fu l’ultima specifica pubblicazione da lui diffusa su tale argomento, essendo stato nel frattempo dissuaso dal portare avanti una polemica, la quale, oltrettutto, andava a diretto vantaggio dei fascisti, che la sfruttavano per combattere la coalizione demo-massonica. Su questa, come su tutte le altre pubblicazioni di contenuto antigaribaldinista dello Schicchi, resta comunque valido il giudizio politico espresso, qualche mese dopo, da L. Bertoni, che fino a quel momento aveva tenuto in merito («per non allargare una polemica odiosa») un opportuno silenzio: «Altri partiti, assai più degli anarchici, si compromisero col garibaldinismo, ma d’un comune accordo, lo liquidarono e se ne parlarono ancora non fu certo come d’un male proprio, ma d’una infamia fascista. Ci voleva un’incredibile stupidità (ogni altra considerazione a parte), per favorire un demente nel suo tentativo di lasciar credere che i compagni più noti avessero appoggiato e non combattuto il garibaldinismo … Ma coi dementi non si discute, cari compagni, e sono anche per definizione irresponsabili. I responsabili sono coloro che ben conoscendo quel di Collesano [i.e.: P. Schicchi; n.d.r.) per quel che è, e parlandone a quattr’occhi con un sorrisetto assai significativo, l’hanno gabellato in Europa e in America per il supremo salvatore dell’anarchismo» (Ai Compagni, in «Il Risveglio Anarchico» (Ginevra), suppl. al n. 716, del 16 apr. 1927).


Vd. Il Pozzo dei traditori (10 sett. 1925)


 Collegamenti agli archivi
Servizio bibliotecario nazionale: http://id.sbn.it/bid/TO01528940
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam):  https://hdl.handle.net/10622/9B8DFAB5-ACF4-4FA1-9444-DFB54B42A052


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini