- Luogo di pubblicazione: Marsiglia.
- Tipografia: Marsiglia, Imp. du Port.
- Durata: 25 sett. 1925.
- Periodicità: Numero unico.
- Direttore: [Paolo Schicchi].
- Formato: cm. 45 × 60.
- Pagine: 2.
- Colonne: 6.
A soli quindici giorni dalla pubblicazione de Il Pozzo dei Traditori (vd.), P. Schicchi tornò con questo nuovo n.u., sulla polemica antigaribaldina, per rincalzare, con l’ormai usuale linguaggio follaiolo e violento che caratterizzava la sua prosa di libellista, le accuse di tradimento nei confronti di Ricciotti Garibaldi e degli anarchici che avevano aderito alla sua progettata spedizione militare contro il fascismo.
Contiene un editoriale di R. Schiavina (Padelle e padellate); una testimonianza da Parigi di Rocco Emma (Carte in tavola); e due lunghi interventi di P. Schicchi: La trappola (firmato: « L’artigliere ») e Rospeide, diretto, quest’ultimo, contro G. Damiani ma relativo a tutt’altra polemica, allora in corso fra gli anarchici italiani del nordamerica. In prima p., infine, sotto il tit. La truffa, compare la riproduzione facsimilata di uno dei « Titoli » emessi dal « Comitato per la libertà italiana » (per l’ammontare di due milioni di lire) e fatti circolare, all’epoca, dai legionari garibaldini.
Sebbene in pratica P. Schicchi più non avesse saputo rinunciare a entrare in merito alla questione garibaldina (vi ritornò sopra ancora nel secondo dopoguerra; cf. ad es., L’Era Nuova (Palermo), apr. 1947, pp. 4-5; lug. 1947, p. 22), L’Unione dei Padellai fu l’ultima specifica pubblicazione da lui diffusa su tale argomento, essendo stato nel frattempo dissuaso dal portare avanti una polemica, la quale, oltrettutto, andava a diretto vantaggio dei fascisti, che la sfruttavano per combattere la coalizione demo-massonica. Su questa, come su tutte le altre pubblicazioni di contenuto antigaribaldinista dello Schicchi, resta comunque valido il giudizio politico espresso, qualche mese dopo, da L. Bertoni, che fino a quel momento aveva tenuto in merito (« per non allargare una polemica odiosa ») un opportuno silenzio: « Altri partiti, assai più degli anarchici, si compromisero col garibaldinismo, ma d’un comune accordo, lo liquidarono e se ne parlarono ancora non fu certo come d’un male proprio, ma d’una infamia fascista. Ci voleva un’incredibile stupidità (ogni altra considerazione a parte), per favorire un demente nel suo tentativo di lasciar credere che i compagni più noti avessero appoggiato e non combattuto il garibaldinismo … Ma coi dementi non si discute, cari compagni, e sono anche per definizione irresponsabili. I responsabili sono coloro che ben conoscendo quel di Collesano [i.e.: P. Schicchi; n.d.r.) per quel che è, e parlandone a quattr’occhi con un sorrisetto assai significativo, l’hanno gabellato in Europa e in America per il supremo salvatore dell’anarchismo » (Ai Compagni, in « Il Risveglio Anarchico » (Ginevra), suppl. al n. 716, del 16 apr. 1927).