- Sottotitolo: Periodico libertario.
- Luogo di pubblicazione: Trieste.
- Tipografia: Trieste, Tip. Dolenc.
- Durata: 5 lug. 1901 (a. I, n. 1) — 16 ag. 1901 (a. I, n. 4).
- Periodicità:
- Quindicinale («Esce all’ 1 e 15 d’ogni mese».
- Dal 2 ag. 1901 (a. I, n. 3): «Esce il 1º e il terzo venerdì d’ogni mese»).
- Direttore: Giovanni Obersnù, Editore e redattore resp.
- Formato:
- cm. 40 × 56,3.
- Dal 19 lug. 1901 (a. I, n. 2): cm. 41 × 55.
- Dal 2 ag. 1901 (a. I, n. 3): cm. 39 × 54.
- Dal 16 ag. 1901 (a. I, n. 4): cm. 36,5 × 54.
- Pagine: 4.
- Colonne: 4.
IISG.
Bibl. — E. Maserati, Gruppi anarchici a Trieste dalla fine dell’ottocento al 1914, in «Nuova Rivista Storica», sett.-dic. 1969, pp. 630-31 (= «Volontà» (Pistoia), mar.-apr. 1971, pp. 145-46).
Allo scopo di meglio coordinare l’attività di propaganda, gli anarchici triestini costituivano, nel giu. 1901, un apposito «Comitato», la cui prima iniziativa fu appunto di dar vita al periodico quindicinale L’Internazionale.
Editore e redattore del nuovo organo libertario, figurava l’operaio fonditore Giacomo Obersnù; ma l’intero compito redazionale venne in realtà assorbito da Renato Siglich («Souvarine»), un giovane calderaio d’origine dalmata, il cui nome ricorrerà sovente, negli anni successivi, associato a quello di Paolo Schicchi, di cui fu intimo collaboratore. Fra i membri del Comitato promotore dell’iniziativa editorale, si ricordano ancora i nomi di Vincenzo Maier, Giovanni Zolia, Carlo Kosak, Ugo Lanzi, del tipografo Arturo Covitz, oltre quello di Renato Milchersich, che ne fu il presidente.
Dalle colonne del giornale, gli anarchici triestini attaccarono subito con estrema decisione, le posizioni riformiste dei socialisti-legalitari, il cui partito — è detto — «non risponde più ai principi per cui era sorto, ma … tende sempre più verso la classe borghese», tradendo apertamente la causa del proletariato: «Fiero avversario della borghesia una volta, oggi non lo è più ed accetta tutti i compromessi immaginabili e possibili, tanto da giungere ad allearsi con tutte le frazioni del partito dominante (come, ad es., in Francia ed in Italia) od a ricevere ordini tassativi dalla borghesia, come accade per il partito socialista ginevrino. Avversario accanito della religione un tempo, oggi fa bandiera ai quattro venti che la religione non ostacola in nulla il socialismo … e nelle elezioni si allea con i clericali, come accade in Baviera. Internazionalista per il passato, ha già fatto grandi progressi sulla strada del nazionalismo il più spinto e difende a tutta oltranza la triplice alleanza in Germania, sia in parlamento, sia nei suoi congressi, sia nei suoi giornali». (Conquistando i pubblici poteri, a. I, n. 1, del 5 lug.). Una replica del locale organo social-democratico Il Lavoratore, dava il via ad una vivace polemica, protrattasi fino alla cessazione delle pubblicazioni. Vd. «Souvarine» [R. Siglich], Gli equivoci del «Lavoratore» (n. 2, del 19 lug.) e, dello stesso, gli scritti a proposito di Comunismo e Collettivismo (pubblicati sui n. 3 e 4, del 2 e 16 ag.), tesi a illustrare la differenza, sul piano tattico e dottrinale, tra i principi del comunismo anarchico e del collettivismo socialista.
Favorevole all’organizzazione operaia, giudicata la sola «àncora di salvamento in tempo di bufera, ossia in caso di conflitto tra capitale e lavoro», l’organo anarchico offre ancóra, ampi resoconti delle controversie sindacali scoppiate a Trieste, Pola e altri centri istriani. Pur con la riserva «che altra è la via che l’operaio deve lottare per conseguire quei miglioramenti economici necessari per soddisfare i primi bisogni della vita», le agitazioni in corso vengono seguite con grande interesse e in apposita rubr. (Note di Cronaca), le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero vi sono appoggiate con fermezza.
Sulle colonne del giornale, infine, largo spazio è concesso alla esposizione dei principi del Comunismo Anarchico. Vd., ad es., sui n. 1 e 3, Obbiezioni Comuni al Comunismo Libertario; oltre al testo di una conferenza di P. Kropotkin (Il Comunismo Libertario. Sua filosofia. Suo ideale), che compare in appendice ai quattro n.
La vita del foglio triestino fu di breve durata, in conseguenza dell’ostinata persecuzione delle autorità di polizia, che provvidero al sequestro di tutti i n., ad eccezione del primo. Nell’ultimo n. i redattori davano avviso di una momentanea sospensione delle pubblicazioni, «onde meglio riordinare il lavoro di redazione e colmare il salasso subito dai sequestri», garantendo, al tempo stesso, che queste sarebbero state riprese a breve scadenza e con periodicità settimanale. Gli eventi successivi e le repressioni antianarchiche che ne seguirono, decretarono tuttavia, la definitiva scomparsa del periodico.
A compromettere la vita del giornale, non era stata estranea, comunque, la campagna diffamatoria avviata dai socialdemocratici, onde boicottare la diffusione dell’organo anarchico ed impedirne la circolazione all’interno del movimento operaio triestino. «La calunnia, il sarcasmo e la diffamazione — dovettere rilevare con amarezza i redattori de L’Internazionale, nel redazionale dell’ultimo n. — furono le loro armi preferite e non c’è da meravigliarsi se molti operai, ignorando questi disonesti raggiri, li abbiano inconsciamente seguiti, credendo sul serio che noi fossimo dei camorristi, mistificatori e peggio».