Home > Periodici per data > Malfattori

Bettini-0874

I Malfattori

rivista anarchica


Durata: 1881-1881


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Rivista anarchica.
  • Luogo di pubblicazione: Ginevra.
  • Tipografia: Ginevra, Imp. A.-F. Falk-Grassett.
  • Durata:
    • 21 mag. 1881 (a. I, n. 1) — 1 lug. 1881 (a. I, n. 5).
    • Subisce una breve interruzione nelle pubblicazioni («per malattia del suo redattore»; cf. Il Lavoratore (Genova), a. I, n. 5, del 19 giu. 1881, nella rubr. Movimento Sociale) fra il 4 giu. 1881 (a. I, n. 3) e il 23 giu. 1881 (a. I, n. 4).
  • Periodicità: «Esce ogni sabbato».
  • Direttore: Emilio Covelli.
  • Formato: cm. 27 × 39.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: 3.

Genève, BPU: Re. 39/27.

BA: Fondo Fabbri, n. 185. (Alla raccolta mancano i n. 2 e 4).

IISG (Possiede, in copia originale, il solo n. 4, del 23 giu. 1881 e, in fotocopia, l’intera collezione).

Be. N (Possiede il solo n. 5).

MF: P.i. a 97, 274. (Possiede i 5 n. in copia fotografica).

ACSR: Ministero Grazia e Giustizia, Affari Penali, b. 83, fase. 248. (Contiene copia della «Circolare-annuncio»).


II fallimento dei moti del Matese, le ondate repressive scatenatesi dopo il 1878 e, infine la «defezione» di Costa, avevano inevitabilmente determinato, negli ambienti internazionalisti italiani, un clima di disorientamento e quindi di sfiducia sulla validità della vecchia strategia insurrezionale. Iniziarono a manifestarsi, pertanto, i primi sintomi di quel ripiegamento verso posizioni nichiliste e individualiste, sfociate poi, durante gli anni ’90, nel ravacholismo, e scadute, nel corso del decennio successivo, in sterili atteggiamenti intellettualistici e in quelle forme di estetismo rivoluzionario, di cui si compiacquero alcune frangie individualiste e neostirneriane dell’anarchismo.

Una chiara anticipazione a tali correnti di idee, si ebbe appunto, con I Malfattori, una rivista di dibattito teorico, fondata da Emilio Covelli, l’internazionalista pugliese, già redattore, a Napoli, de L’Anarchia (1877), che proprio in quello scorcio di anni andava maturando concezioni marcatamente nichiliste e terroriste e sostenendo la tesi dell’attentato individuale e dell’«azione continua di eccitamento e di perpetrazione di ogni specie di reati contro l’ordine pubblico» (nel documento Redattori della «Lotta»…, datato: Londra, 17 nov. 1880; cit. da P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta, Milano 1969, p. 167, n. 21). In una forma innegabilmente elegante e di indubbia raffinatezza intellettuale e letteraria, Covelli vi teorizzò l’ideologia dei malfattori, «il precipitato putrido delle altre classi sociali», la massa anonima ed oppressa del sottoproletariato, ma futura artefice della rivoluzione anarchica («morale»), «ch’è la parola ultima della rivoluzione sociale», perchè rappresenta «la libertà umana di svolgersi secondo la necessità della propria natura». Dalle altre due classi sociali chiamate in causa (operai e piccola borghesia) non è infatti possibile attendersi che rivoluzioni per fini parziali: rivoluzione «economica» da parte dei primi e rivoluzione «politica» (democrazia) da parte dei ceti piccolo borghesi. «[…] È perciò che la la lotta per l’anarchia è la lotta, per eccellenza, de’ malfattori, i quali, si voglia o non si voglia, sono uno degli elementi della gran massa ch’è per la rivoluzione. E l’Italia che non ha una borghesia né una classe operaia come ne hanno Francia, Germania, Inghilterra, ma ha tanti spostati e il maggior numero di malfattori di tutte le specie e gradazioni, ha perciò il primato dell’anarchia, della rivoluzione morale, de’ malfattori» (Il primato d’Italia, n. 3, del 4 giu. L’art. non è firmato ma è sicuramente di Covelli, dal momento che la firma di questi compare sotto la riproduzione dello stesso art., fatta dall’Humanitas di Napoli, del 18 sett. 1887. Cf. P. C. Masini, Cafiero, Milano 1974, p. 410, n. 8).

Per gli anarchici pertanto, accelerare questo processo rivoluzionario, significa «andare al popolo» per «eccitare il fermento, portare l’agitazione nel seno stesso della corruzione, perchè si desti al più presto la forza medicatrice della natura, perchè si possa svolgere la nuova generazione» (art. I Malfattori, n. 2, del 28 mag.). Consequenziale diviene, in questo quadro l’esaltazione di ogni atto di rivolta individuale contro le leggi e le istituzioni borghesi, giacché è diritto naturale di «quanti nascono e si svolgono in un ambiente che non permette di elevarsi alle cause della nostra infelicità», riprendersi, con qualunque mezzo, quanto spetta loro di diritto. «La propaganda, l’azione, la rivoluzione possono solo sviluppare l’ambiente che infonde negli esseri umani la coscienza della socialità nel bene come nel male, e trasforma il gran numero degli autori di reati comuni in malfattori per la giustizia e per la libertà. Non abbiamo visto come ne’ giorni di insurrezione cessano come per incanto i delitti, i reati comuni, e la popolazione delle carceri, liberata, combatte da brava e muore eroicamente per la libertà di tutti, per un nuovo ordine sociale, per la rivoluzione?» (art. I Malfattori, cit.).

Al periodico collaborò assiduamente anche Carlo Cafìero che, a quanto pare, ne condivideva appieno il programma. Almeno quattro art., non firmati, gli sono stati recentemente attribuiti: I tempi (n. 1, del 21 mag.); Cercano l’ideale!!! (n. 2, del 28 mag.); Siamo malfattori! (n. 3, del 4 giu.); Coi Malfattori! (n. 4, del 23 giu.). Cf. P. C. Masini, Cafìero, cit., p. 410, n. 9.

Da segnalare, infine, sono gli ampi resoconti della situazione russa; il testo del «Programma» adottato dall’Alleanza de’ gruppi socialisti rivoluzionari di Parigi (n. 2, del 28 mag.); e la pubblicazione di alcuni brani poetici di F. Turati (Fiori d’aprile, n. 3, del 4 giu.) e C. Monticelli (Rivolta! Dies Irae!; Ai Nihilisti Russi, n. 4, del 23 giu.). Di quest’ultimo è pubblicata anche (n. 3, del 4 giu.) una «Dichiarazione» con cui Monticelli confermava di dissociarsi da quanti «intendono di fare dell’agitazione per mandare dei socialisti in Parlamento o nei Consigli Comunali o per ottenere delle riforme politiche ed economiche»; e, sul n. successivo, lo scritto La questione dei mezzi.


 


 Collegamenti agli archivi
Servizio bibliotecario nazionale: http://id.sbn.it/bid/LO10763295
Biblioteca Franco Serantini:  http://bfsopac.org/cgi-bin/koha/opac-detail.pl?biblionumber=37661
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam): https://hdl.handle.net/10622/C5EB9D6D-8BB4-4057-9821-450D82AE270B

Uscite:

  • anno 1
  • n. 1 (1881, 21 mag.)
  • n. 2 (1881, 28 mag.)
  • n. 3 (1881, 4 giu.)
  • interruzione («per malattia del suo redattore»)
  • n. 4 (1881, 23 giu.)
  • n. 5 (1881, 1 lug.)


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini