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Bettini-0879

Il Profugo

scenette della vita d’esilio


Durata: 1898-1898


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Scenette della vita d’esilio.
  • Luogo di pubblicazione: Neuchâtel.
  • Tipografia: Neuchâtel, Imp. Commerciale.
  • Durata: sett. 1898 (1ma puntata [sic]).
  • Periodicità: «Esce quando è in bolletta».
  • Redattore: [Oreste Boffino e Domenico Zavattero].
  • Formato: cm. 28,5 × 40.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: «Due soldi».

IISG.


«Che vi siano dei profughi italiani in ogni cantone della Svizzera — spiega la nota introduttiva — tutti lo sanno … perfino la polizia; che vita essi conducano, difficilmente tutti possono saperlo. È per rendere nota qualche fase di questa vita che pubblichiamo Il Profugo, il quale è una raccolta di scenette e di tipi caratteristici». Le pagine del giornale sono infatti occupate da una sequenza di vignette — dovute al tratto di O. Baffino, «Graveur von Beruf». Cf. J. Langhard, Die anarchische Bewegung in der Schweiz, 2a ediz., Bern 1909, p. 369 — in cui si tentava di cogliere gli aspetti più salienti che caratterizzavano l’esistenza del fuoruscito italiano riparato in territorio elvetico. Sono appunto quelle «scenette della vita d’esilio», preannunciate nel sottotitolo, dove situazioni e personaggi venivano osservati con ostentata ironia dai due redattori che, profughi loro stessi, sorridevano sui propri mali, rilevandone gli aspetti più grotteschi e paradossali.

Con questa formula — giustificata come un’esigenza di evasione «dalle discussioni politiche che minacciano di procurarci dei travasi di bile terribili» — venivano messi a fuoco i molti problemi che il rifugiato politico era costretto ad affrontare: la mancanza di sussidi; i frequenti controlli polizieschi; le espulsioni; le forzate peregrinazioni. «È per farvi conoscere tutta la nostra Svizzera — dice un gendarme, rivolgendosi a un profugo che sta accompagnando oltre i confini cantonali — che vi cacciamo da un cantone all’altro! Approfittatene e stateci riconoscenti».

Non manca nel giornale, un richiamo polemico all’indolenza di molti sovversivi e ai loro vuoti intellettualismi, che minacciavano di fossilizzare la vita del movimento. Così, almeno, paiono doversi interpretare le due vignette, raffiguranti, rispettivamente, «l’anarchico ideale» e «l’anarchico reale»; è armato, il primo, di bomba e coltello e pronto all’azione; mentre il secondo siede comodamente a tavolino, intento a redigere il frutto delle sue elocubrazioni teoriche.


 


 Collegamenti agli archivi
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam): https://hdl.handle.net/10622/D8E809CB-460A-4878-BF99-133D34306C10


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini