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Bettini-0852

L’Intesa

numero unico dedicato al Convegno anarchico nord-americano del 25-26-27 dicembre 1925


Durata: 1926 (n.u., 12 febb.)


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Numero unico dedicato al Convegno Anarchico Nord-Americano del 25-26-27 dicembre 1925.
  • Luogo di pubblicazione: Chicago, Ill.
  • Durata: 15 febb. 1926.
  • Periodicità: Numero unico.
  • Redattore: [Erasmo Abate].
  • Formato: cm. 38 × 53.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: 4.

IISG.


Contiene il resoconto del «Convegno Anarchico Nord-Americano», tenuto a Pittsburg, Pe., nei giorni 25-27 dic. 1925, allo scopo di gettare un’intesa fra i gruppi anarchici dissidenti dall’Adunata dei Refrattari — accusata di centralismo autoritario — e di «ridare … nuova e vigorosa vita» all’attività del movimento italo-americano, che languisce — si affermava — per «un cumulo di cause e ragioni inutili ad enumerarsi qui ma che nessun anarchico militante ignora» (cf. I nostri Propositi).

A chiusura dei lavori congressuali — svoltisi con la partecipazione di «61 (sessantuno) compagni, tutti rappresentanti gruppi o compagni isolati», delegati, i più, di gruppi del New Jersey, Connecticut, Pennsylvania, Michigan, Illinois e Ohio — risultava approvata la decisione di dare vita ad un nuovo foglio di propaganda (apparso, poi, sotto il tit. Germinal, nell’apr. 1926), onde mettere a disposizione del movimento un organo che si ponesse come espressione di tutte le tendenze, dal momento che «L’Adunata è organo di pochi gruppi i quali negano agli altri ogni ingerenza nel suo andamento» ; la creazione di un «Gruppo Editoriale», con funzione, essenzialmente, di vigilanza politica, onde «evitare che un piccolo gruppo d’individui centralizzi il movimento arrogandosi tutte le funzioni di esso, sia riducendo gli organi di propaganda proprietà di una persona o di camarille, sia indulgendo che nelle file s’infiltrino uomini senza scrupoli che sono, con la loro subdola opera, fomite di discordie, di diatribe e d’odio fra compagni» (cf. Il Gruppo Editoriale); e, infine, la costituzione di un «Comitato Libertario pro Vittime Politiche» (la cui gestione venne affidata al gruppo di Philadelphia) ed il cui scopo — è detto — «dovrà essere quello di aiutare non soltanto i colpiti dal terrore fascista e le vittime locali, ma anche di provvedere a soccorrere ogni volta che ve ne sia bisogno gli anarchici vittime del bolscevismo russo e delle fobie reazionarie di tutti gli altri paesi del mondo».

Senza sbocchi concreti rimase, al contrario, il problema organizzativo, sebbene esso figurasse come uno dei punti di dibattito d’interesse prioritario, fra quelli posti all’o.d.g. Delle molte proposte avanzate in merito alla soluzione di questo tema, il resoconto congressuale — pubblicato sotto il tit. Il Convegno — ricorda quella di «un compagno di Pittsburg» [i.e.: De Cecco] favorevole alla «formazione di gruppi autonomisti in spontanea relazione tra loro, ma lontani da ogni forma di organizzazione dalla quale, egli pensa, nasce inevitabilmente l’autorità»; e la proposta del «delegato di New Britain» [i.e.: Carlo Pagella] di dare vita ad «una commissione di corrispondenza nazionale alla quale farebbero capo i fiduciari di tutti i gruppi ed i compagni isolati». Contro tale formula — che in sostanza ricalcava i moduli organizzativi dell’UAI — sembra si siano pronunciati a larga maggioranza i convenuti, sia perché «ancora sotto l’impressione sgradevole di molte delle critiche mosse in America intorno all’UAI», sia per la convinzione, di cui si era fatto assertore «un compagno di Montreal» [i.e.: Erasmo Abate, in realtà all’epoca residente, clandestinamente, a Detroit, Mich.] che fosse «prematuro non solo, ma anche non necessario» introdurre negli Stati Uniti tale «forma di associazione puramente federalista». A chiusura dei lavori, lo spinoso problema venne considerato risolto col riconoscimento dell’esistenza, di fatto, di una «Intesa» fra i libertari nordamericani, «appartenenti alle più disparate correnti del movimento». Una formula, per la verità, molto vaga e fumosa, ma della cui efficacia non parve dubitare la larga maggioranza dei convenuti. «[…] Molti anarchici d’America appartenenti alle più disparate correnti del movimento — si legge, infatti, in Note in margine al Convegno — hanno tra loro raggiunto un accordo che gli permette di dedicarsi ad un più proficuo lavoro di propaganda senza più stare a cavillare sugli ismi che dall’anarchismo derivano. Non è l’organizzazione che essi hanno fatta e neppure l’alleanza. Essi non hanno stipulato tra loro alcun patto che potesse menomamente ledere la libertà dei gruppi e dei singoli. Una volta riconosciuto di essere tutti degli anarchici a nessuno sarebbe stato possibile il considerare impratico il poter lavorare insieme per le idee comuni. E quegli anarchici, pochi o molti che siano stati, lavoreranno indefessamente per la propagazione dell’idea sublime, nessuno di essi mai rinunziando il ben minimamente alla propria individualità».

Fra i temi posti in discussione nel corso delle tre giornate del Convegno, figuravano, infine, le «Relazioni con i compagni d’Italia»; la «Lotta contro il fascismo» (a proposito della quale si convenne di raccomandare «che ogni iniziativa antifascista presa e fatta dagli anarchici non venisse confusa col lavoro politico portato avanti da altre formazioni antifasciste); e, in ultimo, la questione della «Libreria Autonoma» di Detroit, Mich. (sorta intorno al 1924, ma vissuta, fino a quel momento, fra interminabili polemiche, in merito, principalmente, al problema della sua «appartenenza») che il Convegno riconobbe essere «di tutti gli anarchici d’America senza distinzione di tendenze» e che pertanto al controllo della sua gestione potevano intervenire, di diritto, tutti i compagni. In pratica, si convenne di lasciare l’amministrazione della Libreria «qual’è oggi, fintantoché la correttezza e competenza degli attuali amministratori [Guido Mascio e Angelo Di Vitto] non sia stata smentita con prove inoppugnabili», ma di affiancarvi «altri due compagni che i componenti gli altri gruppi di Detroit potranno nominare».


Vd. anche:


 Collegamenti agli archivi
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam):  https://hdl.handle.net/10622/87A895AE-21F9-472C-8E67-114A0833DA98


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini