- Luogo di pubblicazione: Londra.
- Tipografia: Londra, Tip. speciale del Comento, 78 Brewer Street.
- Durata:
- [10 sett. 1924 (n. 1) — 26 nov. 1924 (n. 6)].
- Unici n. reperiti: 22 ott. 1924 (n. 4) e 5 nov. 1924 (n. 5).
- Manca l’indicazione dell’annata.
- Periodicità: [Non indicata. In apparenza: quindicinale].
- Gerente: Vittorio Taborelli, redattore resp.
- Formato:
- Per il n. 4: cm. 31,5 × 45.
- Per il n. 5: cm. 30 × 45.
- Pagine: 4.
- Colonne: 4.
IISG (Possiede il n. 5).
Raccolta privata dell’autore. (Per il n. 4).
Pubblicazione di propaganda e di polemica antifascista, di cui figurò redattore l’anarchico comasco Vittorio Taborelli (1885-1966) — un militante segnalatosi particolarmente durante il biennio rosso ed emigrato in Inghilterra intorno alla metà del 1920 — che in ogni modo deve esserne considerato, con certezza, il più diretto ispiratore.
Redatto con incredibile violenza di linguaggio, il foglio contiene costanti esortazioni a non subire passivamente i soprusi fascisti; e l’incitamento a reagirvi, piuttosto, con metodi di pari violenza. In particolare, «Gold o’ Bay» [Tintino Rasi] che nei due n. da me consultati, vi ha firmato i rispettivi art. di fondo, reclamava apertamente «il nostro imprescrittibile diritto a difenderci e ad uccidere», nessun’altra risposta essendo più possibile dare ai crimini fascisti. «È ora di fare intendere coi fatti persuasivi — scriveva — che non ci adattiamo ad essere presi per uno sciame di leprotti inseguiti dal moschetto o dal pugnale del cacciatore teschiato al quale dobbiamo rendere grazie ed essere grati se scampiamo dai suoi colpi o se si lascia breve tregua involontaria. Perchè questa è la nostra umiliante e tremenda condizione da oltre tre anni ad oggi. Noi siamo cacciati come la selvaggina. E per uscirne non c’è che una via. Alla caccia all’uomo dei fascisti, deve rispondere la caccia all’uomo delle vittime» (L’orda dei fratricidi, n. 4, del 22 ott.).
Di non diverso tenore sono, d’altronde, i restanti art. del giornale. Vd., ad es., sullo stesso n., le accalorate invettive di «Sanculotto» contro «l’umiliante dottrina del perdono» e lo «spirito di rassegnazione» predicato dai socialisti, accusati di avere facilitato, con la loro tattica di acquiescenze e compromessi, l’ascesa al potere del fascismo: «È un fatto ormai acquistato alla storia che il rafforzamento del fascismo è dovuto alla tattica tolstoiana dei dirigenti del partito socialista e delle loro organizzazioni sindacali, perchè se fino dagli inizi della reazione fascista si fosse risposto all’insulto; alla bastonatura colla bastonatura; all’incendio delle leghe e delle case operaie coll’incendio delle leghe e delle case fasciste; all’uccisione di un proletario coll’uccisione di un fascista; in altri termini se si fosse risposto colla legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente … il fascismo non avrebbe certo preso lo sviluppo attuale» (Violenza contro Violenza).
Sempre in tema di polemica antifascista, è da segnalare ancora una collaborazione di «Meteor» [M. Scotto] che compare sul n. 5, del 5 nov. (Delitto più fango = a fascismo). Le restanti parti del giornale, sono invece per lo più dedicate all’agitazione per Sacco e Vanzetti ed alla difesa di E. Bonomini.