- Motto: “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi ipocrisia”. T. Campanella.
- Luogo di pubblicazione: Reggio Calabria.
- Tipografia: Reggio Calabria, Soc. Industria Tipogr. “Calabrese”.
- Durata: 14 dic. 1924 (a. I, n. 1) — 1 mag. 1925 (a. II, n. 5).
- Periodicità: Quindicinale, con irregolarità.
- Direttore: Bruno Misefari.
- Gerente: Antonino Malara, redattore responsabile.
- Formato: cm. 35 × 50.
- Pagine: 4.
- Colonne: 5.
FN: G.
PAB. (Possiede il solo n. 1, del 14 dic. 1924).
Fondato dall’ingegnere minerario Bruno Misefari, con la collaborazione di Antonino Malara e Nino Napolitano, il foglio si occupava essenzialmente del problema contadino nell’Italia meridionale. Venne sospeso dalle autorità fasciste. Cf., su questo particolare, Pia Zanolli Misefari L’Anarchico di Calabria [i.e.: Bruno Misefari] Milano 1967, p. 195: “Il giornale quindicinale, dopo il 4° [reete : 5°] numero, viene soppresso dalle stesse autorità che ne avevano autorizzato la pubblicazione. Si pensa che tale ordine sia venuto dall’alto. Dopo il sequestro ufficiale, nella stessa tipografia, Bruno [Misefari], Malara ed altri compagni, sfidano la sorveglianza, riescono a prelevare tutti i numeri già stampati “sequestrati”, distribuendoli clandestinamente. Poi i due responsabili sono costretti a darsi alla macchia, almeno per un po’ di tempo, per non essere arrestati con un qualsiasi pretesto”.