- Sottotitolo:
- Quindicinale di combattimento.
- Dal 1 genn. 1910 (a. II, n. 1): Settimanale di combattimento.
- Dal 17 mar. 1910 (a. II, n. 4): Periodico [anarchico?].
- Dal 9 apr. 1910 (a. II, n. 5): Quindicinale [anarchico?].
- Luogo di pubblicazione: Napoli.
- Tipografia:
- Napoli, Tip. U. Eugenio.
- Dal 1 genn. 1910 (a. II, n. 1): Stab. Tip. Lanciano e Veraldi.
- Dal 17 mar. 1910 (a. II, n. 4): Tipografia Anonima Affissioni.
- Dal 24 lug. 1910 (a. II, n. 8): Tipi Eduardo Pesola.
- Durata:
- 3 giu. 1909 (a. I, n. 1) — 24 lug. 1910 (a. II, n. 8) [mar. 1911 (a. III, n. 3)].
- Interrompe le pubblicazioni dal 16 sett. 1909 (a. I, n. 5) al 1 genn. 1910 (a. II, n. 1).
- Periodicità:
- Quindicinale.
- Dal 1 genn. 1910 (a. II, n. 1): settimanale.
- Dal 9 apr. 1910 (a. II, n. 5): quindicinale.
- Le pubblicazioni comunque, si sono susseguite sempre con molta irregolarità.
- Gerente:
- Luigi De Siena, redattore responsabile.
- Dal 14 lug. 1909 (a. I, n. 3; o, forse, dal n. precedente, non reperito): Vincenzo Autiero.
- Formato:
- cm. 32 × 44.
- Dal 14 lug. 1909 (a. I, n. 3, o forse, dal n. precedente, non reperito): cm. 35 × 47,5.
- Dal 12 ag. 1909 (a. I, n. 4); cm. 32 × 44.
- Dal 17 mar. 1910 (a. II, n. 4): cm. 35 × 50.
- Pagine:
- 4.
- Escono a 2 p. i n. 3 e 8 dell’a. II (24 genn. e 24 lug. 1910).
- Colonne:
- 4.
- Dal 17 mar. 1910 (a. II, n. 4): 5.
- Note: A partire dal 17 mar. 1910 (a. II, n. 4), negli esemplari conservati presso la Bibl. Nazionale di Firenze, risulta illeggibile il secondo termine del sottotitolo, che sembra, tuttavia, potersi ricostruire con “anarchico”. Ovviamente solo un controllo eseguito su collezioni integre, potrà garantire l’esattezza di tale restituzione.
FN: G. (Alla raccolta manca il n. 2 dell’a. I).
Convinti che “l’insurrezione… avverrà sempre per una inevitabile fatalità della storia”, i redattori de La Plebe paiono unicamente preoccupati di irrobustire i sindacati di mestiere, ai quali, dicono, sarà affidata “la gestione sociale in una società nuova” (Scuola utopistica?, a. II, n. 2, 12 genn. 1910). L’espropiazione, da parte dei lavoratori, della classe che attualmente detiene i mezzi di produzione, avverrà infatti, “allorché i sindacati di mestiere avranno raggiunta la capacità tecnica delle classi dominanti” (vd., sul n. 4, a. II, del 17 mar. 1910, la risposta della redazione ad una lettera di A. Ceccarelli): si potrà allora attuare lo sciopero generale politico di tutti i lavoratori, che, appoggiato dallo sciopero generale militare, segnerà la fine della società borghese! (Cf. L. De Siena, Intorno all’herveismo, a. I, n. 4, del 12 ag. 1909). Diviene perciò inutile, se non dannosa, ogni altra forma di lotta e la stessa organizzazione politica, giacché le idee anarchiche, vi si afferma, si sono sempre diffuse “senza necessità di speciale unione, ma come un risultato libero del contrasto degli interessi delle classi” (Risposta ad Ugo Somma, a. II, n. 7, 1 giu. 1910).
Il giornale aveva iniziato le pubblicazioni fin dal 1 mag. 1909, ma il primo numero era stato sequestrato in tipografia. Cf. L’Alba (Biella), a. I, n. 4, del 15 mag. 1909. Riprendendo le pubblicazioni, il 3 giu. successivo, i redattori non vollero evidentemente tenere conto del numero precedentemente sequestrato e la numerazione progressiva veniva ripresa come a. I, n. 1.