- Sottotitolo:
- Giornale politico, amministrativo, letterario.
- Dal 12 genn. 1901 (a. II n. 2): Giornale politico, amministrativo, socialista.
- Dal 3 mag. 1901 (a. II, n. 8): Periodico settimanale.
- Dal 25 mag. 1901 (a. II, n. 9): Il più diffuso e popolare periodico settimanale delle Puglie.
- Dall’8-9 nov. 1902 (a. III, n. 15; o forse prima: non reperiti i n. 8-14): Periodico libertario pugliese.
- Dal 20 mag. 1903 (a. IV, ser. A, n. 1): Periodico libertario quindicinale delle Puglie.
- Dal 21 lug. 1903 (a. IV, ser. A, n. 5): Periodico libertario settimanale delle Puglie.
- Dal 4-5 sett. 1903 (a. IV, ser. A, n. 9): Periodico anarchico settimanale delle Puglie.
- Dal 3-4 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 1): Periodico anarchico quindicinale delle Puglie.
- Dal 1 mag. 1905 (a. VI, n. 1): Organo settimanale dei lavoratori del Mezzogiorno.
- Luogo di pubblicazione: Lecce.
- Tipografia:
- Lecce, Tip. Sociale.
- Dal 13 apr. 1900 (a. I, n. 2): Tip. del giornale “La provincia di Lecce”.
- Dal 13-14 lug. 1900 (a. I, n. 16; o, forse, prima: non reperiti i n. 11-15): Tip. Sociale Cooperativa.
- Dal 20 mag. 1903 (a. IV, ser. A, n. 1): Stab. Tipogr. Giurdignano.
- Dal 2 giu. 1903 (a. IV, ser. A, n. 2): Tip. Cooperativa.
- Durata:
- 8 apr. 1900 (a. I, n. 1) — 27 mag. 1905 (a. VI, n. 1).
- Interrompe le pubblicazioni dal 21-22 nov. 1902 (a. III, n. 16) al 20 mag. 1903 (a. IV, ser. A, n. 1); dal 4-5 sett. 1903 (a. IV, ser. A, n. 9) al 3-4 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 1); dal 18-19 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 2) al 1 mag. 1905 (a. VI, n. 1).
- Suppl.: 18-20 mag. 1900 (al n. 7, a. I); 20 e 23’ sett. 1900 (suppl. n. 1 e 2 al n. 22, a. I); 29 sett. 1900 (al n. 23, a. I); 24 nov. 1900 (al n. 26, a. I).
- Periodicità:
- Settimanale.
- Dal 20 mag. 1903 (a. IV, ser. A, n. 1): quindicinale.
- Dal 21 lug. 1903 (a. IV, ser. A, n. 5): settimanale.
- Dal 3-4 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 1): quindicinale.
- Dal 1 mag. 1905 (a. VI, n. 1): settimanale.
- In realtà la periodicità del giornale fu sempre estremamente irregolare.
- Direttore: Avv. Antonio Paimarini.
- Gerente:
- Luigi D’Amelio.
- Per il n. del 4 mag. 1900 (a. I, n. 5): Antonio Paimarini, direttore responsabile.
- Dal 1 giu. 1900 (a. I, n. 10): Umberto Lobina, redattore responsabile.
- Dall’8-9 nov. 1902 (a. III, n. 15; o, forse, prima: non reperiti i n. 8-14): Alberto Maritati.
- Per il n. del 4-5 sett. 1903 (a. IV, ser. A, n. 9): Antonio Paimarini, direttore responsabile.
- Dal 3-4 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 1): Oronzo Lenti.
- Formato:
- cm. 39 × 54.
- Dal 13-14 lug. 1900 (a. I, n. 16; o, forse prima: non reperiti i n. 11-15): cm. 34 × 49,5.
- Dal 20 mag. 1903 (a. IV, ser. A, n. 1): cm. 31 × 44.
- Dal 23 giu. 1903 (a. IV, ser. A, n. 3): cm. 35 × 52,5.
- Per il n. del 21 lug. 1903 (a. IV, ser. A, n. 5): cm. 31 × 44,5.
- Dal 3-4 mar. 1904 (a. V, ser. B, n. 1): cm. 31 × 44.
- Pagine:
- 4.
- Escono a 2 p. i n. 19 e 21 dell’a. I; 5 dell’a. III.
- Sempre a 2 p. sono usciti i vari supplementi segnalati.
- Colonne:
- 5.
- Dal 13-14 lug. 1900 (a. I, n. 16; o, forse, prima: non reperiti i n. 11-15); col. 4.
- Note tipogr.: I n. 18 e 19 dell’a. I, (2-3 ag. e 30-31 lug. 1900 [Ve, nell’ordine]), escono listati a lutto per la morte di Umberto I.
FN: G. (Alla raccolta mancano i n.; 11-15 dell’a. I; 3; 26-28 dell’a. II; 8-14 dell’a. III).
Dapprima democratico (si rivolge indistintamente ai “socialisti, democratici, repubblicani, radicali, uomini di sinistra costituzionale”), converge poi, lentamente, su posizioni più radicali. Il n. del 5 genn. 1901 (a. II, n. 1), reca già l’avvertimento: “L’Intransigente entra nel IIo anno di lotte. Ormai nessuna transazione più, nessuna esitazione. Propugneremo i principii più avanzati, per redimere il popolo dalla miseria morale in cui le classi governanti lo hanno gittato. L’Intransigente dichiara apertamente la sua fede socialista”. A partire dalla terza annata, il foglio si dichiara “libertario”; dal sett. 1903, “anarchico”: “… il mio scetticismo — spiega il suo direttore — ha genesi nel disinganno assaporato in tutte le più crude forme: di qui la ribellione contro la menzogna, la conversione all’anarchia” (A. Paimarini, Anarchia e collettivismo, a. IV, ser. A, n. 7, del 4-5 ag. 1903).
Un passo tipico per comprendere la posizione iniziale del giornale leccese, può essere rappresentato dall’atteggiamento assunto in occasione della morte di Umberto I. Il n. del 2-3 ag. 1900 esce (come il precedente del 30-31 lug.) con la prima pagina listata a lutto e reca un lunga “Lettera” di A. Paimarini, A S.M. il Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Le cause storico sociali dell’assassinio del compianto monarca. In essa, premesso che “il Re… regna e non governa. Chi governa è il potere legislativo che applica le leggi per organo del potere esecutivo il ministero… e considerando che giammai Umberto di Savoia violò i patti costituzionali, ma che invece fu sempre buono con i suoi sudditi”, vengono additati come veri responsabili “della violenza contro la sacra persona del re defunto”, non “i partiti estremi”, ma “i fabbricanti di leggi liberticide… i fucilatori della pleba affamata nelle piazze di Milano”, in una parola coloro “i quali hanno sete di dominio e non giammai affetto verso re, monarchia e verso i fratelli d’Italia”.