IL SOCIALISTA
- Sottotitolo: Bollettino delle Calabrie.
- Luogo di pubblicazione: Cosenza.
- Tipografia: Cosenza, Tip. della Redenzione. [Per il n. 2: Tip. dell’Indipendenza].
- Durata: 10 mar. 1878 (a. I, n. 1) — [21 mag. 1878 (a. I, n. 2)].
- Periodicità: “Si pubblica tre volte al mese”.
- Dirett. resp.: Giovanni Domanico.
- Formato: cm. 24 × 35.
- Pagine: 4.
- Colonne: 3.
Il progetto di dar vita in Calabria, a un foglio di propaganda anarchica (“de’ veri principii che affrancar debbon l’umanità”, è detto nell’articolo-pro- gramma), suscitò all’epoca, notevole interesse nell’ambiente degli internazionalisti italiani. Si sperò forse, di rompere l’isolamento ideologico della regione, rimasta, fino ad allora, pressoché impermeabile alla penetrazione delle idee socialiste (“… il calabrese — spiegava un ignoto corrispondente fiorentino — per sua natura insofferente della tirannia, non comprende un mutamento politico…”), per cui appare giustificato l’entusiasmo, non solo formale, di cui è testimonianza nelle lettere di adesione all’iniziativa e che II Socialista ha pubblicato nel suo primo numero. “Dal forte popolo calabrese — scrivevano in una corrispondenza da Napoli, i membri del Circolo “Pisacane” — noi molto attendiamo. Ci compiacciamo quindi che voi, comunque siasi, iniziate la lotta. Che un giornale provochi un’insurrezione, ed un’insurrezione sia chiarita ed illustrata in un giornale”…
Più cauti, invece, nella dichiarazione delle linee programmatiche, si mostrarono i redattori del giornale, cui chiaramente non sfuggivano le difficoltà di mantenere in vita la loro iniziativa, in una regione troppo esposta ai colpi della reazione. “Sappiamo — è detto nell’editoriale — che un giornale non è per la nostra causa il miglior mezzo di propaganda e ci aspettiamo per dippiù, la guerra che ci verrà fatta dal governo, da’ nemici borghesi, e da certi sedicenti socialisti o democratici. Ma giacché le riunioni e le associazioni ci vengono proibite, e d’altra parte abbiamo il dovere di lottare, perchè la propaganda per noi è lotta, ci serviamo di questo mezzo”. In altro passo (cf. Agli amici, sul n. l)y dopo aver dichiarato .l’intenzione di fare del foglio un semplice bollettino del movimento sociale (“ma con coscienza del fine a cui questo conduce”) e di limitarsi a “narrare e descrivere”, gli stessi redattori tornano a domandarsi se “pure ci s’impedirà?
I timori della vigilia vennero, in effetti, confermati e il primo numero del giornale — che, oltre l’articolo-programma, contiene anche un breve resoconto del Congresso della Federazione Romagnola dell’A.I.L. (Forlì, 6 genn. 1878) e la rubrica “Movimento Socialista”, sotto la quale si intendevano raccogliere “notizie riguardanti lo sviluppo del socialismo” — fu sequestrato lo stesso giorno della sua uscita, anche se, come stabilì un accertamento successivo, non se ne potè impedire la circolazione di quasi 350 copie.
Una lettera di Niccolò Converti (datata: Napoli, 3 lug. 1878), diretta a Arturo Ceretti e conservata all’Archivio di Stato di Modena (ora in P. C. Masini, La prima Internazionale in Italia nelle carte dei fratelli Ceretti, in “Movimento Operaio e Socialista”, genn-giu. 1965, pp. 67-68), bene riassume i termini delle vicende giudiziarie cui fu sottoposto il responsabile del giornale, ed anche principale ispiratore dell’iniziativa, Giovanni Domanico, allora 23enne, ma già da tempo attivo nelle file internazionaliste : “Il nostro amico Giovanni Domanico — vi si legge — … portato innanzi alle Assise per il reato di stampa fu mandato libero dai giurati, i quali vollero avere i due numeri del giornale e inviarono le loro carte da visita al detto nostro amico. Il presidente gli tolse parecchie volte la parola. Dal Pubblico Ministero furono dette le solite bestialità. Il giorno 28 poi dello scorso mese, per contravvenzione alla legge sulla stampa.[i.e.: per non aver notificato alla Regia Procura il cambiamento della tipografia; n.d.r.] è stato condannato dal Tribunale correzionale a 50 [recte: 51] lire di multa. Ora ha in sezione un altro processo anche per il reato di stampa. E non sono usciti del Socialista che due soli numeri! Perciò il nostro amico, minacciato anche di domicilio coatto, è stato costretto a non pubblicare più il giornale”.
Si chiudeva così, definitivamente, il progetto degli anarchici calabresi (in quello stesso periodo, un gruppo risultava attivo anche a Catanzaro, dove “il nostro programma viene accettato con entusiasmo… e già si è formata una sezione” Cf. Il Socialista, n. 1, nella rubrica ‘‘Movimento Socialista”), di disporre di un proprio organo di propaganda. Per gli anni immediatamente successivi, si registrano ancora due tentativi, da parte di locali gruppi anarchici, di dare vita a un proprio giornale: L’Operaio, a Reggio Calabria (7 numeri nel 1888) e, sempre in questa città, Il Ribelle, vissuto fra il nov. 1897. e l’apr. 1898.
II Domanico, tuttavia, non desistette dall’impegno di coordinare e sviluppare in qualche modo, l’attività sovversiva nella sua regione. L’anno successivo, infatti, coadiuvato da Giuseppe Fasoli, riuscì a costituire una Sezione dell’Internazionale a Rocca Imperiale: nuovamente processato, venne difeso (sett. 1879), dinanzi alla Corte d’Assise di Castrovillari, da Saverio Merlino. Cf. Il Movimento Sociale (Napoli,)28 sett. 1879, cit. in P. C. Masini, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta, Milano 1969, p. 176.
dell’esistenza di un secondo numero de Il Socialista, cui accenna nella lettera il Converti, trovo conferma anche in M. Nettlau, Bibl. de l’Anarchie, p. 122 (che non ne precisa tuttavia, la data) ma non mi è stato possibile reperirne alcuna copia. All’AS di Cosenza, nel fascicolo del processo contro G. Domanico (Processi comuni [vi è stato inserito per motivi di spazio], pacco n. 647), si trova allegato il solo numero del 10 mar. 1878. Il foglio, d’altronde, è rarissimo e non risulta reperibile presso nessuna collezione pubblica.