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Bettini-0691

Pro vittime politiche d’Italia

numero unico a cura del comitato


Durata: 1914 (n.u., 29 lug.)


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Numero unico a cura del Comitato.
  • Luogo di pubblicazione: S. Paulo.
  • Durata: 29 lug. 1914.
  • Periodicità: Numero unico.
  • Direttore: [Gigi Damiani («Ausonio Aerate»)].
  • Formato: cm. 38 × 55.
  • Pagine: 4.
  • Colonne: 5.
  • Prezzo: «Gli amici … compiranno opera utile a 200 Reis la copia».

IISG.


L’immediata risposta che gli ambienti politicamente avanzati della colonia italiana di San Paolo, avevano dato alla notizia degli eccidi anconetani del 7 giu. 1914, era stata la pronta costituzione di un Comitato di solidarietà «Pro Vittime Politiche d’Italia», formatosi col concorso indistinto di tutte le forze democratiche. Lo componevano, infatti, membri del «Circolo Libertario» e di altre associazioni anarchiche di S. Paolo; del «Centro Socialista Internazionale»; dei due circoli repubblicani «Ausonio Fratti» e «IX Febbraio»; della «Lega della Democrazia»; del «Circolo di Studi Sociali F. Ferrer»; e di vari gruppi politici dei sobborghi di Lapa ed Agua Branca. Aderirono all’iniziativa anche i periodici anarchici La Propaganda Libertaria, Ribeliào, A Lanterna e il socialista Avanti!.

Fra gli impegni assunti dal Comitato assistenziale all’atto della sua costituzione (avvenuta l’11 giu.), oltre alla raccolta di fondi da destinare alle famiglie delle vittime, rientrava anche la pubblicazione di un n.u. di protesta, per la criminosa repressione dei moti insurrezionali marchigiani. Stante l’eterogenea composizione dell’Organismo promotore, è molto probabile che siano insorte obiettive difficoltà nell’elaborazione di un testo che risultasse accettabile a tutte le componenti politiche del Comitato. Pertanto l’impegno redazionale veniva affidato ai soli anarchici, che d’altronde, ne assumevano pubblicamente la responsabilità e sottolineavano anzi, la paternità della pubblicazione, diffondendola in occasione dell’anniversario dell’attentato di Monza. «La data per questa pubblicazione — chiariva infatti, un breve corsivo editoriale — propositamente scelta ed attesa, dirà ai nostri lettori, meglio di un lungo articolo, come, senza ipocrite riserve, assumiamo la responsabilità della nostra modesta azione di propaganda, modesta nei mezzi, contro un regime che vogliamo abolito».

Nell’art. di fondo, Cause ed effetti, a firma «Ausonio Aerate» [Gigi Damiani] venivano additate le motivazioni politiche, che sec. l’analisi dell’articolista, avrebbero indotto il governo alla violenta repressione dei moti anconetani e che sarebbero da ricercare in una calcolata volontà di Salandra, di stroncare sul nascere, quella «rifioritura rossa», che si stava manifestando in Italia. «Il governo intuì il pericolo … e volle l’eccidio di Ancona. Volle un pretesto per sgominare il ridestatosi sovversivismo attivo e fattivo. È arte di governo — pericolosa invero — sgominare le rivoluzioni, provocandole avanti tempo». Ciò che la reazione non aveva invece calcolato — vi è detto ancora — è stato il mancato intervento dell’esercito, che si è rifiutato di sparare sul popolo e che, sebbene non si sia pronunciato, per questa volta contro la monarchia, neppure ha voluto difenderla: «Ecco perchè Salandra ha paura di arrivare agli estremi: ecco perchè la rivoluzione italiana fallita ieri, senza esser vinta, trionferà domani».

Nelle p. interne, troviamo riportata, dall’organo repubblicano Il Lucifero, di Ancona, una ricostruzione dei fatti del 7 giugno (vd. La verità sull’eccidio di Ancona); una panoramica delle «opinioni critiche ed apologetiche sui moti che seguirono all’eccidio», espresse «da diversi periodici dei partiti sovversivi d’Italia» (Dopo la settimana vermiglia. Commenti e proponimenti della stampa sovversiva); e, sotto il tit. Per le vittime della Monarchia Sabauda, il testo integrale del manifesto, che il «Comitato» aveva distribuito il precedente 11 giu., giorno stesso della sua costituzione, per denunciare i fatti e lanciare un appello «a tutti i sovversivi ed ai proletari residenti in questo paese, perchè con generoso slancio versino la loro quota di solidarietà per soccorrere le famiglie dei morti e degli arrestati e per alimentare l’azione e la propaganda rivoluzionaria laddove s’è cosi eroicamente affermata in questo momento di preparazione dei nuovi destini umani». Alla data del 26 lug., la sottoscrizione popolare aveva già reso possibile l’invio di mille lire «al signor Mussolini, direttore dell’Avanti!, perchè le consegnasse al Comitato pro vittime, se già costituito, oppure le ripartisse ai partiti sovversivi, in parti eguali, per una distribuzione diretta». Di ulteriori invii di denaro, troviamo poi resoconto sulle colonne de La Propaganda Libertaria (S. Paolo), nel n. del 24 ott. 1914.


 


 Collegamenti agli archivi
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam):  https://hdl.handle.net/10622/29006348-648D-4F50-B2BC-2172590E50C0


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini