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Bettini-0664

Gli Schiavi bianchi

pubblicazione settimanale


Durata: 1892-1892


Scheda elaborata da L. Bettini:

  • Sottotitolo: Pubblicazione settimanale.
  • Motto: «Parlate di libertà? Chi è povero è schiavo» — «La Libertà è il pane sulla tavola».
  • Luogo di pubblicazione: S. Paolo.
  • Tipografìa: S. Paolo, Tip. del «Commercio», Rua Marechal Deodoro, n. 9.
  • Durata: [1 giu.? 1892 (a. I, n. 1)] 20 giu. 1892 (a. I, n. 4) — ott. 1892 (a. I, n. 6).
  • Periodicità: Settimanale.
  • Direttore: Galileo Botti, amministratore.
  • Gerente: Benedetto Nori.
  • Formato:
    • Per il n. 4: cm. 27,5 × 40.
    • Per il n. 6: cm. 26,5 × 38.
  • Pagine:
    • 4.
    • Per il n. 6: 2.
  • Colonne: 3.
  • Note tipogr.: È invertita la disposizione delle p., avendo la la al posto della 4a; la 2a al posto della la; la 3a al posto della 2a.

IISG (Possiede i n. 4 e 6).


Giornaletto di estrema vivacità polemica, sorto forse, in seguito a un appello lanciato ai militanti italiani in Brasile, dai redattori del 1º Maggio (cf. scheda precedente). La vita di questo periodico fu, comunque, di breve durata e già al quinto n., l’intervento delle autorità lo costrinse a sospendere per alcuni mesi le pubblicazioni. Riapparve nell’ott. dello stesso anno, con un n. a due sole p., in cui si annunciava la ripresa delle regolari pubblicazioni, «colla prima domenica del prossimo Novembre». Ignoro se vi sia stato effettivamente un seguito; è certo, comunque, che poco dopo, con l’arresto e la deportazione dal Brasile di G. Botti, la vita del giornale veniva definitivamente compromessa. Lo rammenterà, qualche anno più tardi, un militante della vecchia guardia: «Em ’93, publicamos L’Asino Umano, e, anteriormente jà Botti publicara Gli Schiavi Bianchi: nenhum d’esses jornaes porem, embora redigidos ambos por anarchistas, tuve um caracter puramente libertario. A expulsào do saudoso Botti originou a morte de Gli Schiavi Bianchi». Vd. A. Donati, Recordemos, pois …, in «O Amigo do Povo» (S. Paulo), a. I, n. 4, del 24 mag. 1902. La notizia dell’arresto di Botti è data anche da L’Uguaglianza Sociale (Marsala), a. II, n. 6, del 5 febb. 1893, nella rubr. Nostre notizie.

Da quanto è possibile inferire sulla scorta dei due soli n. superstiti, il periodico si occupò quasi esclusivamente di problemi locali ed in particolare di quelli legati allo sfruttamento della mano d’opera straniera ed alle condizioni di vita della comunità italiana in Brasile. Senza tregua fu la polemica condotta contro le autorità consolari, con gli organi di polizia, coi governanti brasiliani, coi burocrati dell’amministrazione statale. È di F. Nassò — ex redattore del foglio 1º Maggio (cf. scheda precedente) — una Lettera aperta al signor direttore delle Poste di S. Paolo (n. 4, del giu. 1892), in cui si accusava apertamente la locale amministrazione postale, non solo di inefficienza nei servizi, ma altresì di furto continuato nei confronti degli utenti. Ampie sono, sempre sullo stesso n., le notizie di cronaca che compaiono nella rubr. Per S. Paolo, dove in particolare, era dato grande risalto all’agitazione delle operaie della fabbrica S. Anna, scese in sciopero per rivendicare un aumento salariale di «300 reis a pezza» e «la soppressione della tassa sull’orma» (cf. Schiave bianche in ¡sciopero). Da segnalare è ancora una decisa presa di posizione contro il progetto di legge avanzato dal ministro Monteiro de Barros al Parlamento Federale, per limitare l’emigrazione dei lavoratori europei e favorire, al contrario, quella in provenienza dai paesi asiatici. Tale proposta venne subito denunciata come una manovra reazionaria per arginare l’importazione di dottrine sovversive e, al tempo stesso, per sostituire gradualmente la mano d’opera europea con quella dei lavoratori asiatici, politicamente meno emancipati e pertanto più remissivi e disponibili ad uno sfruttamento intensivo: «Hanno conosciuto questi panciuti pecoroni alla fine, che l’Europeo, il bianco, difficilmente si rassegna a sostituire lo schiavo negro; e vedendo che tutti i giorni i vapori rigurgitano di persone che sfuggono, anzi scappano addirittura questo paese dalle delizie poliziesche e dalle ricchezze del bastone del fazendeiro, dalla febbre gialla etc. etc., vogliono sostituire il male con un rimedio peggiore del male medesimo». Cf. I Cinesi nel Brasile (Schiavi gialli).

Il n. 6 (ott. 1892), invece, è quasi interamente dedicato a demistificare il carattere apologetico e di esaltato nazionalismo, con cui la colonia italiana si apprestava alle celebrazioni colombiane, in occasione del quarto centenario della scoperta dell’America. (La ricorrenza rientrava fra quelle ch’erano state più particolarmente raccomandate da Crispi «a fin de estimular o patriotismo dos italianos»; cf. A. Rios, Aspectos politicos da assimilapào do italiano no Brasil, in «Sociologia» (S. Paulo), 1958, p. 331). Protestando contro il falso mito del «genio» di Colombo ed il preteso carattere d’intenzionale «scientificità» attribuito ai suoi viaggi di esplorazione transoceanica, il foglio paulista ricordò che, al contrario, la spedizione del navigatore genovese «non fu una scoperta scientifica ma una pirateria». Colombo, infatti, ricompensò la generosità degli indigeni «con la rapina e col massacro» e fu sempre Colombo a proporre «al re di Spagna — e contro l’avviso dei migliori del suo tempo — la tratta degli americani». (Una campagna analoga ma più intensa, condusse in quell’arco di mesi, anche l’organo anarchico italo-americano, Il Grido degli Oppressi di New York).

Eccettuate poche copie inviate in Argentina (a Buenos Aires era ricevuto da E. Zuccarini) e forse in qualche altro paese dell’America Latina, Gli Schiavi bianchi ebbe una circolazione praticamente limitata al solo Brasile, anche se la sua diffusione all’interno dovette essere notevole, come si desume dal nutrito elenco di abbonati e corrispondenti che figura nella rubr. In barba ai francobolli. (Al Paranà il giornale era ricevuto anche da C. Rossi («Cardias»), al quale la redazione sollecitava l’invio di «una corrispondenza riguardo all’andamento della colonia» [i.e.: la «Colonia Cecilia», in quel periodo ancora in vita]). Nemmeno una copia — dei primi n., almeno — era stata inviata in Italia, Francia e Spagna, ciò che spiega, in gran parte, l’assoluta irreperibilità del periodico presso gli archivi europei. D’altronde lo stesso Nettlau non potè procurarsene una raccolta, pur avendone fatta tempestiva richiesta, tramite la redazione de Il Grido degli Oppressi di New York (cf., ivi, nel n. 8 del 1 ott. 1892, la rubr. Piccola Posta, nella corrispondenza con Londra).


seguito da L’Asino umano (1893-1894)


 Collegamenti agli archivi
International Institute of Social History (IISG, Amsterdam):  https://hdl.handle.net/10622/82761C52-FED9-4545-A4B1-27A66CF2D13C

Uscite:

  • anno 1
  • n. 1 [(1892, 1 giu.?)]
  • n. 2
  • n. 3
  • n. 4 (1892, 20 giu.)
  • n. 5
  • n. 6 (1892, ott.)


Anche: questo titolo sulla RebAl (Rete della Biblioteche Anarchiche e Libertarie)

Red. della scheda: Leonardo Bettini